AVELLINO - Trasformare Avellino in una “smart city”, ovvero una “città intelligente” attraverso l’incremento dei mezzi informatici: è quanto propone nel suo programma Vincenzo Sbrescia, candidato alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale con la lista la civica Abellinum che è stata ispirata dall’ex sindaco Pd Giuseppe Galasso e che sostiene Nicola Battista candidato sindaco del Pdl.
“Per smart city - spiega Vincenzo Sbrescia - si intende un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Grazie all’impiego diffuso ed innovativo delle Ict Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, infatti, si possono soddisfare le esigenze di cittadini, imprese ed amministrazioni per ciò che concerne, ad esempio, la mobilità, l’ambiente, l’efficienza energetica, la diffusione di informazioni. L’ampia diffusione delle reti wifi, la predisposizione di postazioni informatiche decentrate per l’accesso ai servizi comunali, la videosorveglianza, la presenza di tabelloni che informino, ad esempio, sulle corse dei mezzi pubblici o su altre informazioni utili ai cittadini, infatti, sono strumenti assolutamente alla portata di una città dalle nostre dimensioni”.
La logica del progetto proposto da Sbrescia – avvocato, dottore di ricerca in diritto amministrativo e profondo conoscitore del diritto europeo – punta al coinvolgimento di quella che può essere considerata una micro area urbana. “Avellino, Atripalda, Aiello del Sabato, Mercogliano e Monteforte – sottolinea il candidato di Abellinum - sono di fatto realtà urbanistiche fuse tra loro. Serve perciò una governance sopracomunale in grado di dare una sintesi, ordinare le priorità e ottimizzare l’uso delle risorse. Metropolitana leggera che unisca tutta la cosiddetta “area vasta” con mezzi di ridotte dimensioni e corse frequenti, ottimizzazione degli spazi verdi, di servizi ai cittadini nell’ottica di realizzare efficienza e risparmio evitando, ad esempio, di duplicare servizi o incentivando l’uso del mezzo pubblico”.
Aggiornamento del 10 maggio 2013, ore 10.58 – Sbrescia (Lista Abellinum): «Occorre recuperare il senso della città che vive e pulsa - spiega Vincenzo Sbrescia, candidato al Consiglio comunale di Avellino nella lista civica Abellinum con Nicola Battista sindaco - ripensandola secondo due direttrici: il rinnovamento dell’esistente e la creazione del nuovo. Prima una grande “manutenzione” dei quartieri, soprattutto periferici, sovente ridotti a “quartieri dormitorio”, che vanno perciò muniti di servizi essenziali, attività commerciali e strutture sportive, ma anche decentrando servizi comunali mediante uffici periferici. È doveroso, in più, pensare ad un città “policentrica”dove ogni zona abbia il suo specifico peso, la sua centralità ed il suo ruolo nella creazione dell’identità cittadina complessiva”.
Parte di questa riqualificazione passa anche per la creazione e manutenzione del verde pubblico; già accade, infatti, che le zone periferiche siano frequentate dagli sportivi o dagli amanti dei cani che, però, vi transitano in assenza di piste ciclabili o altri requisiti di sicurezza. Verde come ornamento o come luogo per lo sport, in ogni caso necessario per incrementare la qualità della vita degli avellinesi anche, possibilmente, sotto forma di Orti urbani, iniziativa già portata avanti con successo anche in città molto grandi.
“Da realizzare - conclude Sbrescia - anche un sistema di agevolazioni per l’acquisto delle case popolari e di mutui da concedere alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa; il Comune, insomma, deve essere concretamente vicino alle persone più bisognose se si vuole realmente combattere il disagio sociale. Bisogna contrastare la crisi economica e combattere il disagio sociale. Il Comune specie su questo fronte deve essere il principale attore protagonista. La città è già di per sé un bene comune diffuso, un bene da difendere e presidiare. È necessario promuovere la più ampia fruizione possibile dei beni comuni, attuando, nel contempo, forme di condivisione degli spazi pubblici, valorizzando il principio cattolico della sussidiarietà. Il cittadino, le associazioni, il c.d. privato sociale, ognuna di queste componenti va coinvolta nella “gestione”, nella tutela delle aree verdi, e dei beni comuni in generale. Bisogna intervenire, anzitutto, sul sistema di welfare, riformando i servizi sociali, coinvolgendo strutturalmente le associazioni non solo nell’attuazione, nell’esecuzione, ma anche nella programmazione e nel governo del welfare locale. Bisogna costruire la città dei diritti, ma, al tempo stesso, è necessario rafforzare la città dei doveri. I beni comuni devono essere, quindi, al centro dell’azione amministrativa, al centro di un progetto di città condivisa, di città inclusiva, di città che tutela i diritti sociali, i diritti dei più deboli, delle famiglie in difficoltà , degli anziani, degli esclusi. Bisogna, al contempo, lavorare per costruire una città economicamente dinamica; una città aperta rispetto alla definizione di forme di intervento pubblico nei processi economici per creare sviluppo economico ed occupazione specie per i giovani. Il Comune deve essere il regista dello sviluppo economico e il difensore dei diritti dei cittadini».