AVELLINO – Tutti in cerca del popolarismo, una sorta di pietra filosofale della politica, sia pure da palcoscenici diversi. Da una parte, a confrontarsi sul tema “Per l’Italia, per l’Europa. Quali idee, quale popolarismo”, c’era, all’Hotel de la Ville, alla convention organizzata dall’Udc, tutto lo stato maggiore dello schieramento centrista con in testa Casini, Ciriaco e Giuseppe De Mita, l’ex premier Mario Monti, ma anche i ministri Mauro e D’Alia, il sottosegretario Giro, il presidente del gruppo Scelta civica per l’Italia alla Camera, Lorenzo Dallai (notata l’assenza degli esponenti locali di Scelta civica, in primis dell’onorevole D’Agostino). Dall’altra, sul palco della Festa dell’Unità, alla presentazione del libro di Luigi Anzalone “Lungo il fiume senz’acqua” c’erano Giuliano Minichiello, Giuseppe Cacciatore, Giovanni Bove, Lucio Fierro. Quest’ultimo ha auspicato una fase nuova della politica italiana con un cambiamento radicale dei metodi e con una maggiore attenzione ai contenuti se si vuole veramente uscire dalla crisi in cui ci ha portato il berlusconismo.
Al de la Ville ha tenuto banco il confronto tra Monti e i due De Mita con l’ex premier che ha ricordato gli esiti delle recenti elezioni attribuendo alle spiegazioni date da Berlusconi agli italiani la causa del flop fatto registrare da Scelta civica. Monti ha sottolineato la necessità di guardare al futuro in un’ottica di unità, mettendo quindi fine a sterili litigi. “Chi si sente a disagio – ha sottolineato – è libero di lasciare Scelta civica”. Pungente la stoccata riservatagli da De Mita junior che ha parlato, a proposito del retroterra politico di Scelta civica, della “predicazione di grandi virtù e la pratica di cose mediocri”.
Domani si replica. In casa Pd cercheranno di spiegare quale futuro attende i democratici l’ex governatore della Campania Antonio Bassolino, l’ex ministro del governo Monti Fabrizio Barca, e il parlamentare Matteo Orfini.