AVELLINO – Dall’Irpinia prelevano acqua sorgiva e, come contropartita, la compensano inviando tonnellate di spazzatura. È una delle tante denunce-accusa che Giovanni Colucci, presidente dell’Ato Calore Irpino, muove alla regione Campania. In una dettagliata relazione sullo stato dei fiumi in provincia, Colucci individua tre preoccupanti note negative per i nostri territori. La prima riguarda l’inchiesta “Flumina”, avviata dalla Procura della Repubblica di Benevento che ha contestato a 32 sindaci sanniti, per scarichi fognari non a norma, vari reati ambientali. Un’analoga indagine, aggiunge Colucci, sarebbe stata aperta anche sull’inquinamento del fiume Calore, nel tratto che attraversa l’Irpinia.
Dopo aver espresso, da politico, la sua solidarietà ai sindaci coinvolti in queste inchieste, il presidente dell’Ato sostiene che è giunto il momento di fare autocritica per come sia stato affrontato il problema dell’inquinamento delle acque. Sia i Comuni che gli enti sovracomunali non si sono mai preoccupati fino in fondo del problema delle fognature e della depurazione dei liquami urbani. Si sono occupati della costruzione di tali infrastrutture, ma raramente della loro gestione. Peraltro – ha rilevato ancora Colucci nella sua relazione – con la grave situazione economica e finanziaria del Paese, che oggi non consente di destinare risorse sufficienti alla soluzione di questi gravi problemi, i sindaci (e non soltanto loro) corrono il rischio di trovarsi in una condizione di “reato continuato”, giacché non hanno i mezzi per risolvere una volta per tutte la questione.
E qui Giovanni Colucci lancia strali contro la Regione Campania. L’accusa di aver formulato la proposta in base alla quale lo Stato (attraverso il Cipe) ha erogato finanziamenti (peraltro magri) per la depurazione delle acque soltanto al Comune di Benevento, ignorando completamente l’Irpinia. Eppure l’Ato Calore Irpino - prosegue Colucci - già dispone da anni di un piano d’interventi finanziabile. Rimproveri all’assessore regionale Romano. L’assessore all’Ambiente – afferma Colucci – di fronte alle nostre sollecitazioni perché siano adeguatamente finanziati interventi di rifacimento delle reti idriche, fognarie e dei depuratori, risponde “che la colpa è dell’Ato che non ha individuato il soggetto gestore”. Come mai, si chiede Colucci, questa regola vale per noi e non per il principale Ato del Volturno che, pur non avendo individuato il soggetto gestore, è stato inondato, il termine è quanto mai pertinente, di soldi dalla regione Campania? “Per quanto ci riguarda, per aiutare le comunità irpine e sannite – afferma Colucci – l’Ato porrà nel Piano d’ambito, come priorità assoluta, l’adeguamento del sistema fognario e depurativo alla normativa italiana ed europea.
In proposito, s’impegna a consegnare al gestore un piano d’interventi che consenta di raggiungere tale obiettivo in soli tre anni. Investimenti necessari 150-200 milioni di euro. Il gestore dovrà trovare le risorse occorrenti anche con proprie anticipazioni finanziarie che recupererà con quota parte della tariffa, se non dovesse ricevere i finanziamenti dalla fiscalità generale. Le altre due novità negative sono rappresentate, per Colucci, da atti finalizzati a prelevare acque irpine per mandarle in Puglia. L’assessore all’Ambiente della nostra Regione, Romano, ha firmato un accordo preliminare con il suo omologo pugliese per eseguire prelievi idrici in provincia di Avellino allo scopo di inviare le acque in terra pugliese, dichiarandosi entusiasta per l’intesa raggiunta. Questo il primo atto. Il secondo è costituito dalla notifica di provvedimenti istruttori per la concessione di un’autorizzazione all’acquedotto pugliese a prelevare acque nei Comuni di Caposele e di Conza della Campania e a mandarle nella confinante Puglia.
Sulla prima questione – dice Colucci – non comprendiamo l’entusiasmo dell’assessore poiché non conosciamo il contenuto dell’accordo. Sulla seconda sarà opposizione dura. Per bloccare lo scippo “andremo fino alla Corte europea, se necessario” – afferma il presidente dell’Ato Calore Irpino – il quale fa appello alle istituzioni consorziate, alle Province di Avellino e Benevento e a tutte le organizzazioni ambientaliste per intraprendere un’azione comune.