AVELLINO – Rimarrà aperta, presso l’Ipercoop di via Salvatore Pescatori, fino a domani la mostra documentaria e fotografica, inaugurata il 26 gennaio scorso, sulla storia e le storie dei militari italiani internati nei lager nazisti. La mostra è stata curata dalla sezione soci irpini della Unicoop Tirreno. Animatrice, tra gli altri, la prof.ssa Gaetana Aufiero, non nuova a simili iniziative.
La mostra ha trovato sede su appositi pannelli sistemati all’ingresso dell’esercizio commerciale. L’iniziativa didattica, rivolta alle numerose persone che si recano per gli acquisti giornali nel noto ipermercato, ha presentato una serie di testimonianze riferite a persone dell’Irpinia, il tutto arricchito da immagini e documenti tratti dalla mostra “Anche noi abbiamo detto no”, di Mario Abbiezzi del Cipes (Centro di iniziativa politica e sociale), e dal Centro di documentazione “Carlo Cuomo” di Milano.
Le foto, le immagini ed i documenti esposti hanno ricordato la grande tragedia che si è consumata nei lager tedeschi, non solo nei confronti degli ebrei, degli oppositori politici, degli omosessuali, dei testimoni di Geova, degli zingari, dei rom, dei minorati psichici e fisici, ma anche delle varie migliaia dei soldati italiani rastrellati e catturati dopo l’armistizio con gli Alleati dell’8 settembre 1943. I vari lager dell’Europa orientale sono diventate le tombe per molti dei nostri prigionieri che hanno avuto il coraggio di dire “no” all’ipotesi di indossare la divisa dei repubblichini di Salò, il governo fantoccio costituito dopo la tragedia dello sfaldamento dell’esercito italiano. Accanto ai nostri soldati altri dissidenti hanno trovato la morte negli orridi e tristi campi di Auschwitz, Matathausen, Buchenwald, Bergen Belsen, e altri siti tristissimi. Tra questi si cita, per tutti, il vice questore di Fiume Giovanni Palatucci, “Giusto tra i Giusti” del popolo ebraico, morto a Dachau dopo aver salvato la vita a miglia di ebrei perseguitati dal fascismo e dal nazismo.
Tra i documenti esposti figura anche un nostro articolo apparso sulla pagina avellinese de “Il Mattino” del 13 aprile 2005, ove si racconta la triste odissea di due irpini protagonisti dell’eccidio di Cefalonia dei militari della Divisione “Acqui” durante l’ultimo conflitto mondiale. Tra gli eroi della “Acqui” si contano vari nostri conterranei come Vincenzo Barra (Avellino, 1915-1992) e Padre Romualdo Formato, cappellano militare della stessa Divisione. Il sottotenente Barra operò nelle isole di Corfù e Cefalonia nel 1943. Scampato all’eccidio fu fatto prigioniero dei tedeschi e condotto nei campi di concentramento in Germania. Ebbe grande coraggio nel dire “no” all’invito dei tedeschi alla lusinga di rientrare in Italia nell’esercito di Salò. In Avellino si è distinto nella politica come presidente dell’amministrazione provinciale di Avellino e nella carica di senatore della Repubblica eletto nelle file della Democrazia cristiana.
Un altro luminoso eroe irpino a Cefalonia è stato il cappellano Romualdo Formato (Savignano Irpino 1906-1961). Catturato dai tedeschi unitamente ai suoi commilitoni, il 24 settembre 1943 si trovò ad assistere alla metodica e inumana fucilazione degli ufficiali italiani. L’insistente supplica di P. Romualdo riuscì a salvare 37 uomini. Al rientro in Italia si adoperò nell’assistenza ai reduci. Meritò la medaglia d’argento al valor militare e la medaglia d’oro al merito della Resistenza.