AVELLINO – Avellino e l’Irpinia piangono la scomparsa di Rodolfo De Rosa spentosi, questa mattina, nella sua abitazione di Monteforte Irpino all’età di 92 anni. Convinto difensore dei valori della democrazia e della libertà fu partigiano e uno dei protagonisti della Resistenza nella nostra città. Nel 1943 finì in carcere per la sua fede antifascista nella stessa cella insieme con Antonio Maccanico, Federico Biondi e Camillo Marino. Della vicenda si interessò Giorgio Amendola, uno dei maggiori responsabili del Pci, futuro parlamentare all’Assemblea costituente, che venne ad Avellino e prese a cuore il caso del giovane De Rosa da allora ribattezzato dal popolino come “o’ giovane e’ Amendola”.
Partecipando qualche anno fa ad un convegno al circolo della stampa promosso dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) Avellino e dalla Cgil provinciale in occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, De Rosa testimoniò la sua fede incrollabile nei valori della Repubblica: “Ai giovani dico di credere in questa giornata perché questa giornata ricorda la Liberazione d’Italia, perché la Resistenza non è finita il 25 aprile, è continuata perché ci siamo organizzati per ottenere la Repubblica perché noi vivevamo in uno Stato monarchico. Sono orgoglioso di aver partecipato alla battaglia per la Repubblica, sono orgoglioso di vivere in una Repubblica democratica e, quindi, ancora oggi alla mia età grido viva l’Italia, viva la Repubblica, viva la democrazia”.
“I miei ricordi – ebbe a sottolineare ancora De Rosa – sono legati principalmente ad un compagno che si chiamava Antonio Maccanico, che era uno studente del liceo classico di Avellino, che apparteneva al Partito d’Azione. Lui ci parlava di Ferruccio Parri, abbiamo incominciato a formare un gruppo di giovani che facevano la Resistenza, allora c’era ancora il fascismo. Avremmo voluto essere più liberi, avremmo voluto poter comprare un giornale liberamente, scrivere un articolo liberamente, poter parlare, e invece tutto ciò ci era vietato”.
“La Resistenza? Ad Avellino c’incontravamo un po’ all’associazione San Tarcisio, al Rosario, e c’era un padre che era il nostro assistente, si chiamava padre Trombetta, e poi c’incontravamo negli scantinati di Corso Europa dove c’erano tutte quelle palazzine che adesso ci sono solo in parte”.
La fede incrollabile nei valori della democrazia, della libertà e della giustizia ha sempre caratterizzato l’esistenza di Rodolfo De Rosa, valori che egli ha saputo portare avanti nel lavoro (una vita trascorsa al servizio del pubblico nella sua agenzia viaggi, prima nella sede di via Cascino, poi in quella di viale Italia) e trasmettere, insieme alla inseparabile moglie Edda Hrib, alla sua famiglia e a quanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne la rettitudine e la lealtà.
I funerali di Rodolfo De Rosa si svolgeranno domani, alle 15.00, nella chiesa di San Ciro. Alle figlie, Gianna e Agata, ai generi Franco ed Angelo Formato, ai nipoti, al cognato Nicoletto Hrib con la consorte Fiorella Sullo, ai familiari tutti le più sentite condoglianze da parte del giornale L’Irpinia.