AVELLINO – Se torniamo spesso su diversi argomenti e “problemi” più volte affrontati è perché molto spesso li consideriamo elitari a rappresentare la qualità della vita di una città soffermandoci a rimarcare la loro mancata risoluzione o, al contrario, l’emergere di una qualche iniziativa benaugurante o interessante.
Proprio mentre il sindaco Nargi prepara un maxi rimpasto in giunta, proprio mentre il sindaco Nargi si prepara, tra l’altro, a rendere finalmente noto il nome dell’assessore alla Cultura in una imminente conferenza stampa, il nostro sguardo di questa settimana torna a guardare proprio alla cultura nel capoluogo.
In più di un’occasione abbiamo osservato l’ex Eliseo rilevando ad ogni “sguardo” una qualche negatività e/o criticità: ora invece speriamo di poter finalmente consegnare uno slancio di ripartenza per la struttura di Via Roma.
È uno dei luoghi simbolo della nostra città, è scrigno di memoria e di ricordi per molti avellinesi, che, grazie al “Laceno d’Oro” (rassegna internazionale di arte cinematografica) si riuniscono per partecipare ed assistere a proiezioni di film ed incontri con autori: ricordiamo, tra gli altri, quelli con Pierpaolo Pasolini, Lina Wertmuller, Cesare Zavattini, Tinto Brass.
Da tempo rinominato “Casa della Cultura e sperimentazione cinematografica Camillo Marino e Giacomo d’Onofrio”, nel ricordo di due dei fautori dello storico festival, da quest’anno torna ad essere luogo d’elezione, protagonista di incontri, mostre, masterclass ma soprattutto di proiezioni, previste, parrebbe, anche al suo interno.
Da un po’, infatti, le porte della struttura progettata dall’architetto Del Debbio si sono riaperte e, dopo anni di degrado e di abbandono, diversi eventi culturali si stanno avvicendando presso la “Casa del cinema”. Ttuttavia non è stata ancora restituita all’ex Eliseo la sua originaria vocazione di sala cinematografica, anche e soprattutto perché parrebbe essere ancora sprovvisto di un proiettore: potrà essere questa l’occasione di uno slancio di ripartenza?
A quanto si apprende il Laceno d’Oro numero 49, con un notevole sforzo economico e logistico, ha deciso di tornare a casa e, dunque, accanto ai tradizionali e consolidati appuntamenti con la manifestazione presso il “Multisala Partenio” di Via Verdi, porterà una cospicua parte delle attività presso l’ex Eliseo, comprese molte delle visioni che, novità di questa edizione, sembrerebbero dover essere caratterizzate, in concorso, da sole anteprime nazionali.
Il Laceno d’Oro Film Festival è realizzato con il contributo della Regione Campania,” la Film Commitssion”della Regione Campania, con il contributo ed il patrocinio Direzione generale Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura, con il contributo ed il patrocinio della Provincia e del Comune di Avellino ed in collaborazione con “ QuadernidiCinemaSud, Ekon, Cfcc, Afc, e Sentieri Selvaggi”.
L’edizione numero 49 del Laceno d’Oro ci aspetta dal 1 all’8 dicembre 2024 con un programma sempre ricco di appuntamenti e sorprese: il prossimo arrivo in città dell’attore e regista Valerio Mastandrea ne è solo un piccolo anticipo.
Non possiamo che plaudire a tutto quanto si prevede anche per l’immediato futuro dell’ex Eliseo: chi scrive ha piacere di ricordare che ha avuto occasione di visitare le sale interne del nuovo Eliseo e se da un lato può esprimere piena soddisfazione per una struttura che risponde pienamente a tutti i criteri di accessibilità ed accoglienza, dall’altro non può fare a meno di notare come il colpo d’occhio esterno sia quello di sempre: la struttura continua ad essere involontario scenario dello scaricarsi delle più becere frustrazioni dei soliti writers o teppistelli d’occasione che, nei loro raid notturni non trovano altro interesse che lordare le sue mura e la pavimentazione: speriamo sia stata l’ignoranza, che pure ha margini per migliorarsi, e non la stupidità, che purtroppo non ha futuro, ad aver impegnato il loro tempo prezioso.
Augurandoci che quanto prima possano arrivare risposte di concretezza, così da trasformare il punto di domanda scelto per questo nostro sguardo in un punto esclamativo, non vogliamo neanche far venir meno la non celata speranza che “Cinema che passione”, oltre ad essere il titolo di un famoso documentario del 1935, possa presto tornare a diventare il piacevole, entusiasta refrain ascoltato da cinefili di ogni età del capoluogo e non solo. Buon lavoro.