AVELLINO – Le curiosità e le notizie degli ultimi giorni ci portano a voler plaudire ad un’iniziativa nazionale che dovrebbe o potrebbe indurre a profonda riflessione chi è chiamato ad assumere decisioni e scelte per la nostra città. Ci riferiamo “all’arena del Colosseo che si apre come un sipario man mano che si guadagna quota”: uno spettacolo mozzafiato che si dischiuderà agli occhi di chiunque vorrà visitarlo, disabili compresi. Per provare questa emozione, infatti, basterà fruire del nuovo ascensore panoramico che, da qualche giorno, collega il “primo ordine dell’Anfiteatro Flavio alla Galleria intermedia tra secondo e terzo ordine”. Un percorso di piena fruizione ed accessibilità all’interno di uno dei monumenti più belli ed iconici di Roma e del mondo.
A quanto si apprende, inoltre, entro l’anno in corso, insieme “all’ascensore panoramico con cabina a vetro per una tecnologia non impattante e reversibile’, si lavorerà alla realizzazione di un “montascale elevatore” per giungere al “terzo ordine”. Tutto questo garantirà una suggestiva e totale visione d’insieme.
Quanto appena raccontato e descritto, sia pur con qualche naturale, fisiologica ed oggettiva difficoltà, risponde al rispetto ed all’osservanza di un principio, di un concetto: l’inclusione, l’accoglienza e dunque l’accessibilità ovunque per tutti, a dimostrare quanto possibile sia la soluzione quando sono la perizia e la volontà a ricercarla.
Un’annotazione: mentre scriviamo, apprendiamo che un turista straniero ha imbrattato le mura del Colosseo, scrivendo il suo nome di battesimo e quello della sua fidanzata, affermando poi, senza vergogna: di “non essere a conoscenza di trovarsi di fronte ad un monumento storico ed antico ma anzi di aver scoperto del suo valore solo successivamente”.
Ebbene, cosa aggiungere: riteniamo che inciviltà, superficialità e leggerezza sostenute da una buona dose di imbecillità ed ignoranza non abbiano alcuna dignità di commento.
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Intanto è sconcertante dover constatare come, venendo al capoluogo, siamo ancora tanto carenti nell’osservanza di elementari norme di convivenza civile: pensiamo, ad esempio, al “salgo ma non scaldo” cioè a tutti quei marciapiedi cittadini dotati di scivolo “in entrata ma non in uscita” o ancora agli uffici aperti al pubblico (una minoranza per la verità), in cui nonostante gli incentivi dello Stato e perfino delle istituzioni europee in tal senso, non si è ancora provveduto ad un efficiente abbattimento delle barriere architettoniche.
Ci torna alla mente, poi, sempre la Collina della Terra con Piazza Duomo i cui lavori di riqualificazione sembrano ormai terminati ma la nostra Cattedrale resta inaccettabile alle persone con limitata o ridotta capacità di deambulazione, evitando di menzionare un’alternativa d’accesso alquanto complessa e di cui non si è per nulla edotti. Ricordiamo, nel merito, un progetto risalente addirittura al 2006 ed un altro, relativamente recente che risale 2016 e che prevede, come il precedente, proprio la realizzazione di una rampa d’accesso alternativo sul lato destro del Duomo (per approfondimenti invitiamo alla rilettura dei nostri numerosi sguardi sull’argomento).
Viene da chiedersi, dunque per la rampa quanto dovremmo ancora aspettare?
Relativamente alle chiese, luogo di inclusione, accoglienza ed aggregazione per eccellenza, ci viene da pensare, ad esempio, alla chiesa di San Francesco Saverio, nota anche come chiesa di Santa Rita, per cui basterebbe anche solo abbassare o limare lo scalino d’ingresso o dotarsi di una pedana mobile per aggirare l’ostacolo. Staremo a vedere. Anche in questo caso per approfondimenti invitiamo alla rilettura di nostri sguardi sull’argomento. Anche alla chiesa di Costantinopoli si potrebbe aggirare l’ostacolo della bella scalinata con una semplice cabila elevatrice laterale a vetro non impattante: insomma, basterebbe solo un po’ di buona volontà. Staremo a vedere.
“Imprevisti, disattenzioni, dimenticanze” a cui presto si saprà porre adeguato rimedio anche grazie al riconosciuto e dimostrato dinamismo e concretezza d’azione del nostro vescovo, nonché all’attivismo del sindaco Festa.
A proposito, non possiamo esimerci infine, dal registrare la volontà di Palazzo di Città di restituire dignità e riconoscere sempre maggiore funzione anche all’ex Eliseo di via Roma. Ora, pur apprezzando “il fermento di iniziative che si registra al suo interno” e vista l’unica sala cinematografica della città che continua a presentare palesi difficoltà d’accesso per le persone con limitata o ridotta capacità di deambulazione (il cine-teatro Partenio di via Verdi), perché non immaginare di restituire ai vecchi fasti la sala cinematografica dell’ex Eliseo, ad oggi nei fatti inspiegabilmente non ancora operativa a questo scopo?
Nella certezza che i nostri punti interrogativi possano presto trasformarsi in punti esclamativi magari seguendo l’esempio di quanto dimostrato per il Colosseo, auguriamo buon lavoro: perché il non tener fede agli impegni assunti o alle promesse, in un’attività sinergica tra tutte le parti interessate, potrà celare il rischio di rivelarsi un boomerang anche per il primo cittadino che, come abbiamo ribadito in più di un’occasione, siamo sicuri non starà certo pensando di lasciare ma di raddoppiare…
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È arrivata l’estate e con essa il caldo torrido: di qui la naturale quanto fisiologica necessità di staccare un po’ la spina.
Anche in questo anno abbiamo cercato di raccontarvi la città con stile sobrio ma diretto, non lesinando, ove necessario, critiche e reprimende, senza però mai alzare troppo la voce, come da prassi ormai consolidata.
Seguirà, pertanto un periodo in cui vi sentirete un po’ meno osservati e forse anche un po’ più soli. Niente paura, è solo un po’ di riposo, è una meritata breve pausa estiva. A presto! A risentirci sabato ventinove luglio.