MERCOGLIANO – “Mi pare un’iniziativa positiva, anche se di certo la cifra non sarà grande è pur vero che è con i chicchi di grano che si fa la macina”: così commenta Don Vitaliano Della Sala la decisione di Dante Cigarini, uno dei più famosi ventriloqui d’Italia, di devolvere il ricavato del suo workshop ai tre giorni della XX edizione di Castellarte, il festival internazionale degli artisti di strada in programma dal 26 al 28 luglio nel borgo medievale di Mercogliano, alla sua parrocchia di Capocastello. “Sono grato a Dante Cigarini per la sua sensibilità – dichiara don Vitaliano – ma non posso fare a meno di pensare a chi dovrebbe elargire e non lo fa. Mi riferisco alla Regione Campania che non eroga i contributi che ha avuto dall’Europa per finanziare il restauro dei quadri e dell’intero complesso della chiesa arcipretale di Capocastello. Vogliamo anche riaprire la cripta che è chiusa dal 1700, siamo stati finanziati per 4.100.000 euro ma la Regione li tiene bloccati, i nostri e quelli destinati ai restauri di chiese, castelli ed opere d’arte in tutta la Campania. Mi commuove il fatto che un artista, che vive con quello che racimola nel cappello o comunque del suo lavoro, è disposto a donarlo alla nostra parrocchia e mentre chi ha avuto il denaro per questi progetti non lo elargisce”.
Parroco di Capocastello, Don Vitaliano ha vissuto la sua missione sempre all’insegna dell’impegno sociale, è stato certamente sempre un prete vicino a quella “Strada” cui Castellarte dedica il ventennale. “La strada, è il luogo dove io sono cresciuto - spiega Don Vitaliano - per me è un luogo positivo anche quando diventa il luogo della sofferenza, quando le persone vengono “buttate in mezzo alla strada”, perché la strada riceve tutto e tutti. Non è solo il luogo del cammino, è anche il luogo dell’incontro, della condivisione, dove ci si incontra per motivi diversi, ma tutti nello stesso luogo, in un luogo che rappresenta i luoghi della vita dove condividiamo i progetti, i fallimenti. In un certo senso “la strada” completa “la casa”, che la dimensione in cui n po’ ci si rinchiude con i familiari; guai se la casa non si affacciasse sulla strada, luogo di incontri con sconosciuti, con persone diverse, il luogo dove gli egoismi, le chiusure si mitigano. Guai se non ci fosse la strada dove far affacciare le nostre vite, essa è il luogo di attraversamento, di sosta ma anche il cammino per raggiungere ciò che vogliamo. E’ una magnifica metafora di questi tempi che viviamo, sospesi tra luci ed ombre. Viva la Strada!”. “In questi vent’anni Castellarte e Capocastello sono stati luogo di incredibili incontri - conclude Don Vitaliano - che hanno fatto crescere tutti coloro che ne hanno saputo approfittare. Don Andrea Gallo, per fortuna siamo riusciti ad averlo nel 2005, già allora era anziano e non faceva viaggi così lunghi. Fece un bello sforzo per venire qui; è stato uno di quei momenti di arricchimento reciproco che sono stati tipici di questo Festival. Anche lui, però, ricordava sempre quella serata passata a Castellarte; era stato colpito positivamente dal borgo, dalla gente e dal Festival. Ce ne vorrebbero di più di incontri con persone come lui, uno che sulla strada si faceva notare, una presenza certamente straordinaria”.