AVELLINO – “I miei ricordi sono legati principalmente ad un compagno che si chiamava Antonio Maccanico, che era uno studente del liceo classico di Avellino, che apparteneva al Partito d’azione. Lui ci parlava di Ferruccio Parri, abbiamo incominciato a formare un gruppo di giovani che facevano la Resistenza, allora c’era ancora il fascismo. Avremmo voluto essere più liberi, avremmo voluto poter comprare un giornale liberamente, scrivere un articolo liberamente, poter parlare, e invece tutto ciò ci era vietato”.
È la testimonianza che Rodolfo De Rosa, 90 anni, per decenni un punto di riferimento in città nel settore delle agenzie di viaggio, ha portato questa mattina, in occasione della celebrazione della festa della Liberazione, al convegno promosso, presso il circolo della stampa di Corso Vittorio Emanuele, dall’Anpi Avellino e dalla Cgil provinciale con la partecipazione di Domenico Gallo, giudice di Cassazione.
“La Resistenza: ad Avellino – ha ricordato ancora De Rosa, un vita intera trascorsa al fianco dell’inseparabile consorte, signora Edda Hrib – c’incontravamo un po’ all’associazione San Tarcisio, al Rosario, e c’era un padre che era il nostro assistente, si chiamava padre Trombetta, e poi c’incontravamo negli scantinati di Corso Europa dove c’erano tutte quelle palazzine che adesso ci sono solo in parte”.
Intatta la sua fede nei valori della democrazia: “Ai giovani dico di credere in questa giornata perché questa giornata ricorda la Liberazione d’Italia, perché la Resistenza non è finita il 25 aprile, è continuata perché ci siamo organizzati per ottenere la Repubblica perché noi vivevamo in uno Stato monarchico. Sono orgoglioso di aver partecipato alla battaglia per la Repubblica, sono orgoglioso di vivere in una Repubblica democratica e, quindi, ancora oggi alla mia età grido viva l’Italia, viva la Repubblica, viva la democrazia”.
Democrazia che vive - come hanno sottolineato nei loro interventi il giudice Gallo ed il segretario della Cgil, Franco Fiordellisi – una forte crisi a causa del dilagare degli estremismi e della avanzata dei movimenti ispirati al fascismo.
“Attuare e difendere la Costituzione: questo il titolo che abbiamo dato a questo convegno perché riteniamo – ha poi spiegato Giovanni Capobianco, presidente Anpi Avellino – che il problema particolare in questo momento è quello di difendere la Costituzione e di attuarla visto che riceve degli attacchi, in particolare dalle formazioni neofasciste che non dovrebbero essere in giro, che sono illegali, sono illegittime”.
“La crisi italiana è innanzi tutto una crisi culturale, poi c’è la crisi economica, poi c’è la crisi politica, poi c’è la crisi morale. Se mettiamo insieme queste quattro crisi, noi possiamo facilmente arrivare ad una crisi istituzionale di sistema. Quindi dobbiamo stare attenti: i nuovi partigiani oggi sono quelli che difendono la Costituzione e ne chiedono l’applicazione.
Sono rimasto molto sconcertato dalla parole del ministro Salvini l’altro ieri quando ha detto che la Resistenza tutto sommato è un derby tra fascisti e comunisti. È un ignorante perché non è così: la Resistenza fu innanzi tutto unità di popolo ed oggi serve di nuovo l’unità antifascista per tutelare la libertà e la democrazia in questo Paese”.