AVELLINO – “La vita è una cosa meravigliosa” è il nuovo spettacolo con cui Carlo Buccirosso - dopo i grandi successi di pubblico e di critica ottenuti ad Avellino con “I compromessi sposi”, “Il miracolo di Don Ciccillo”, “Napoletani a Broadway” e “Finché morte non vi separi” - torna al teatro Carlo Gesualdo sabato 15 febbraio alle ore 21 ed in replica domenica 16 alle ore 18.30 nell’ambito della rassegna “ReD – Risate e Danza” organizzata in sinergia con il Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo.
La vita è una cosa meravigliosa, scritta e diretta dallo stesso Buccirosso, racconta la surreale vicenda di una famiglia che, per sopravvivere in un mondo ormai allo sbando che ha smarrito quei valori positivi e rassicuranti, schiva ogni rapporto sociale rifugiandosi tra le proprie mura domestiche, in un vero e proprio bunker familiare dove ne succederanno di tutti i colori. «In un mondo che ha smarrito i suoi valori e le sue certezze, trasformando l’esistenza di ognuno di noi sempre più in una lotta per la sopravvivenza, in cui lo Stato e gli uomini chiamati a rappresentarlo appaiono come fantasmi in cerca di legalità ed onestà decadute da tempo, la fuga dal rapporto sociale ed il rifugio tra le proprie mura domestiche appaiono - scrive Buccirosso nelle note di regia - soluzioni tristemente necessarie alla ricostruzione della dignità e al rafforzamento della propria fede, quella che tiene unito l’uomo al proprio nucleo familiare come un cordone ombelicale indissolubile». L’attore e drammaturgo partenopeo propone così la sua personale ricetta per mettersi alle spalle la più gigantesca, la più insuperabile, la più inesorabile delle crisi di un intero Paese, forse di una intera umanità, e offrire ad una allegra famigliola la possibilità di sorridere felice, fiduciosa, rinsavita e speranzosa, consapevole e rigenerata dal ritorno tra le mura confortevoli del proprio bunker familiare. Le scenografie dello spettacolo sono di Gilda Cerullo, i costumi di Zaira De Vincentis, le luci di Francesco Adinolfi, le musiche di Bruno Lanza.