AVELLINO – Una recente ricerca di Unioncamere ha posto in risalto il boom di bar e ristoranti nel nostro Paese. Negli ultimi 5 anni il loro numero è aumentato di circa il 10%, passando da 335 mila a 367mila. Un esercizio ogni 163 abitanti. Ma la loro vita media è davvero breve: di quelli nati nel 2011, 3 su 4 hanno chiuso nell'arco di un quinquennio e più del 45% non ha raggiunto il terzo anno di vita.
Le maggiori concentrazioni d’imprese per la somministrazione di alimenti e bevande si riscontrano nelle grandi città e in quelle a vocazione turistica. Roma, Milano, Napoli e Torino, da sole, rappresenta un quinto della ristorazione italiana e il 22% dei bar esistenti nel Paese. La distribuzione regionale delle attività di ristorazione vede al primo posto la Lombardia, seguita da Lazio, Campania e Toscana. Per i bar e esercizi senza cucina, Lazio e Campania superano nettamente le altre regioni. La Sicilia è la regione dove il complesso delle attività di somministrazione di alimenti e bevande (ristoranti sommati a bar) è cresciuto di più. La variazione numerica nell'ultimo lustro ha sfiorato il 15%. In Campania si è fermata al 13,7e in Umbria - per rimanere sul podio - al 12,3.
Guardiamo, ora, che cosa è accaduto in casa nostra. La provincia di Avellino, al 31 dicembre 2015, registrava 1.177 ristoranti. Rispetto a 5 anni prima la loro consistenza è lievitata dell'11%, in perfetta parità con la percentuale di crescita segnata in media nell'intero stivale. Nelle altre province campane, con l'eccezione di Benevento, gli aumenti sono stati più corposi del nostro: Caserta ha visto espandere la sua rete di somministrazione del 14,5%; Salerno del 13,3; Napoli del 12,3; Benevento, invece, dell’ 8%. Da segnalare che in Italia ci sono circoscrizioni provinciali dove gli esercizi di ristorazione sono diminuiti; è accaduto ad Aosta (-2,1%); a Vibo Valentia (-1,5%) e a Biella (-0,2%).
L’altra faccia della somministrazione di alimenti e bevande (vale a dire, i bar e i cosiddetti esercizi senza cucina) hanno avuto una crescita, nella nostra provincia, molto più consistente della media segnata in tutta la penisola. In Italia, infatti, nel quinquennio in esame le caffetterie sono aumentate del 7,4%; in provincia di Avellino dell'11,8%, essendo passate da 955 del 2011 a 1.068 del 2015. Anche per questa tipologia di pubblici esercizi, Avellino, tra le consorelle della Campania, è quart' ultima. Scavalca Benevento che ha avuto un'espansione del 10,8%, ma si colloca dopo Caserta, Napoli e Salerno che hanno spuntato percentuali di aumento - nell'ordine - del 16,8, del 16,3 e del 13,4%.
Anche nel settore dei bar non mancano le province in flessione: Belluno nell'ultimo quinquennio ne ha perduto il 6,1%; Imperia il 4,8, Sondrio il 4,5%. Leggendo i dati complessivi del comparto della somministrazione, si vede che l'espansione numerica degli esercizi nel quinquennio in esame ha raggiunto il valore più alto a Siracusa (+21%); a seguire s’incrociano Milano con un sostanzioso +18,5% e Palermo (+17,6). Avellino, tra le 108 province italiane, occupa il 26esimo scalino con un aumento dell'11,4%. Caserta, ottava in Italia, ha segnato un incremento del 15,6%; Napoli (tredicesima) del 14%; Salerno (sedicesima) del 13,3 e Benevento (44-esima in Italia) del 9,3%. Ci sembra interessante verificare quanto “pesa” il comparto della somministrazione sul totale delle imprese presenti sul territorio provinciale.
Ebbene in Italia, su 100 imprese in attività, 9,3 lavorano nel campo della somministrazione. Gli estremi della scala sono rappresentati da Trieste 16,1 e Prato 6,3%. In Campania il primato spetta a Salerno, dove dieci imprese su 100 somministrano alimenti e bevande. A seguire Napoli con l’8,8%; Caserta 8,6, Avellino 7,8 e Benevento 7,1. È utile, per misurare le diversità della rete di somministrazione, anche un altro parametro ottenuto rapportando il numero dei pubblici esercizi agli abitanti. A fronte di una media nazionale di sei esercizi per 1.000 abitanti, ad Avellino se ne contano 5,3, a Benevento 5,8, a Caserta 5,6, a Napoli 5,2 e a Salerno ben 7. Il numero più fitto di ristoranti e bar è a Savona: 11esercizi per mille abitanti; quello più rarefatto a Palermo dove si sfiora il 4 per mille.