AVELLINO – Diffuse da Unioncamere-Infocamere le statistiche riferite al 2019, relative alla struttura imprenditoriale nelle singole province del Paese. In tutt’Italia il saldo tra imprese nate e cessate è stato di circa 27 mila aziende in più. Di conseguenza, il tasso di crescita è stato pari allo 0,44%, vale a dire che per ogni mille imprese esistenti se ne sono aggiunte in un anno all’incirca quattro. Una in meno dell’anno precedente.
In provincia di Avellino, a fronte di 2.222 new entry , ci sono state 2.118 cessazioni; quindi, si è avuto un saldo positivo di 104 imprese che ha dato vita a un tasso di crescita dello 0,23%: 2 nuove imprese per ogni mille in attività. Anche in Irpinia, il tasso di crescita del 2019 è stato nettamente inferiore a quello dell’anno prima allor quando si assestò a quota 0,43. Al 31 dicembre scorso, erano 44.493 le imprese iscritte nell’apposito registro tenuto dalla Camera di commercio; la maggior parte (26.773, pari al 60% del totale) era rappresentato da ditte individuali, l’altro 40% da forme collettive. Più in dettaglio il 26% da società di capitale, il 10% da società di persone e il 4% circa da “altre forme” (cooperative, consorzi, ecc.).
Questi valori non sempre si allineano con quelli dell’intero stivale, dove all’incirca una metà delle imprese è rappresentata da ditte individuali e l’altra da forme collettive; per l’esattezza, le ditte individuali si fermano al 51% del totale, le società di capitale al 29%, le società di persone al 16 e il resto si ripartisce tra le altre forme. Da notare, però, che negli ultimi tempi il divario tra il dato nazionale e quello della nostra provincia si è accorciato notevolmente; a inizio millennio, infatti, da noi il 77% delle aziende era rappresentato da ditte individuali, contro il 60% della media italiana; c’era quindi uno scarto di ben 17 punti percentuali, scarto che nel 2019 è sceso a 10 punti.
I dati di Movimprese offrono anche uno spaccato per settore economico delle attività imprenditoriali. In Irpinia, un’impresa su quattro (per la precisione, il 25,5%) opera nel comparto agricolo, un altro 23,9% nel settore distributivo; il 20% in quello industriale (industria manifatturiera 9% , costruzioni 11); il 6% nel comparto dell’alloggio e della ristorazione, il 2% nei trasporti, il restante 22.6% nei servizi. I corrispondenti dati nazioni sono i seguenti: imprese agricole 12%; industrie 23%; imprese commerciali 25%; alloggio e ristorazione 7,7; trasporti 2,7; servizi 29,6.
Un ultimo dato: le imprese artigiane. In provincia se ne contano 6.649; nel 2019 il tasso di crescita è stato di segno negativo (-0,91%), peggiore di quello segnato in tutta la penisola (- 0,58%).