AVELLINO – Alla vigilia della venuta ad Avellino del presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, e del presidente della giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, che prenderanno parte domani ai lavori dell’assemblea di Confindustria Avellino presso la sede di via Palatucci, ospitiamo un intervento dell’ingegnere Luca Pappalardo, dell’associazione in_loco_motivi, che fa il punto sul gap infrastrutturale della provincia di Avellino e, nel contempo, avanza alcune proposte per lo sviluppo. A Caldoro vogliamo ricordare che si potrebbe destinare al sistema trasporti ferroviari una parte dei fondi europei a disposizione, se non andiamo errati oltre un miliardo di euro. Una opportunità per ripristinare le linee ferroviarie in disuso attraverso una moderna elettrificazione.
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La visita di Caldoro e Squinzi in Irpinia giunge in un periodo di forte crisi per i nostri territori. Una delle problematiche fondamentali è sicuramente il gap infrastrutturale della provincia di Avellino rispetto alle altre province campane e comunque rientrante nello enorme scenario di arretratezza dei trasporti nel Sud così come efficacemente descritto nell’ultima puntata di Presadiretta andata in onda su Raitre. Lo stesso discorso più volte fatto da In_loco_motivi per il trasporto pubblico locale in Irpinia si può affrontare per il trasporto merci: la priorità è sviluppare un sistema di trasporto sostenibile anche per le merci e, vista la mancanza di grandi arterie stradali ed i volumi da movimentare, appare evidente la necessità di farlo attraverso la ferrovia: un’infrastruttura già esistente che andrebbe solo potenziata con degli interventi mirati che non richiedono investimenti particolarmente rilevanti. Ad Avellino giace inutilizzato uno scalo merci ed un intero snodo ferroviario di raccordo alla zona industriale di Pianodardine, quest’ultimo non collegato alla ferrovia per solo 20 centimetri, questi pochi centimetri che appunto possono rappresentare la distanza tra portare le merci in modo sicuro, economico ed affidabile attraverso la ferrovia ed invece sovraccaricare le strade di autoveicoli e mezzi pesanti con inevitabili ripercussioni sull’ambiente e la sicurezza e con maggiori costi per le imprese. Anche in questo ambito la ferrovia Avellino-Rocchetta potrebbe rappresentare un ruolo non marginale: ricordiamo che la ferrovia attraversa ben 7 nuclei industriali che potrebbero facilmente essere raccordati ed è già raccordata al nucleo industriale di San Mango sul Calore. Oggi è necessario collegarsi con i nodi che “contano” anche per il trasporto merci, quindi sicuramente trarre beneficio dalla cosiddetta “retroportualità” di Salerno e collegarsi agli scali del Napoletano e del Casertano attraverso gli sbocchi verso tali zone offerti dalla ferrovia Avellino-Mercato San Severino-Cancello.
Un piano nazionale trasporti e tutti gli interventi infrastrutturali di miglioramento sia in campo ferroviario che stradale restano sicuramente prioritari rispetto a progetti quali l’Alta capacità che, se ce ne sarà la possibilità, si concretizzeranno tra 20 o 30 anni. Le conseguenti proposte: completamento del raccordo industriale di Pianodardine, rettifica di tracciato ed adeguamento della Benevento-Avellino-Salerno e sua elettrificazione, incentivo all’utilizzo del trasporto merci su ferro verso nodi strategici. Inoltre c’è la questione Irisbus, un’azienda capace di produrre autobus moderni ed affidabili che rimane chiusa, quasi come fosse una beffa, mentre sarebbe urgente un piano nazionale per i trasporti che contenga al suo interno anche interventi per l’ammodernamento dei mezzi.
Parlare di sviluppo nella nostra terra significa però parlare anche di un forte settore dell’impresa italiana che però sembra essere poco incentivato nella nostra Irpinia: il turismo. La provincia di Avellino è ricca di bellezze artistiche, eccellenti tradizioni enogastronomiche e soprattutto di un paesaggio unico, tutte risorse potenzialmente remunerative ma di fatto poco sfruttate. Un’infrastruttura che avrebbe consentito di fruirle e di goderne a pieno i frutti quale è la ferrovia Avellino-Rocchetta viene abbandonata al suo destino dopo aver speso milioni per il suo adeguamento, schiava di rovi ed erbacce ma soprattutto della politica miope che negli ultimi anni non ha saputo guardare oltre i monti che racchiudono l’entroterra irpino. Si pensi a cosa potrebbe significare per lo sviluppo dei territori potersi connettere ai bacini turistici di Salerno, nuovo polo crocieristico del Sud, e del Napoletano. Un’esperienza in tal senso era stata fornita fino al 2010 dal “Treno irpino del paesaggio” che puntava a far conoscere le bellezze dell’Irpinia fruendo della storica tratta ferroviaria, esperienza sfociata poi nel progetto “La via del vino tra i castelli dell'Irpinia verde” che puntava ad attirare turisti attraverso l’utilizzo del treno come vettore turistico. Un appello quindi a Caldoro ed a Confindustria affinché analizzino e soprattutto trovino valide soluzioni a queste problematiche che hanno notevole influenza sullo stato di crisi della provincia di Avellino”.