AVELLINO - Ho appreso con tristezza e rammarico della scomparsa di Aristide Savignano (Gesualdo, 29 novembre 1933 - Castiglione della Pescaia, 1 marzo 2023) nella sua amata tenuta del Grossetano presso Castiglione della Pescaia, personaggio illustre della cultura e della politica irpina della storia recente.
Ho avuto modo da giovane di conoscerlo e frequentarlo, da studente universitario e poi impegnato in politica, e di intrattenere rapporti fino a qualche anno fa. Fine esponente della migliore borghesia intellettuale e professionale della provincia, giurista ed accademico di vaglia, Savignano fu impegnato in politica negli anni '50, '60 e ‘70 nella Democrazia Cristiana. Faceva parte, con rigorosa autonomia intellettuale, del mitico gruppo dei cosiddetti "magnifici sette" con Ciriaco De Mita, Bianco, Mancino, Agnes, De Vito ed Aurigemma, riuniti nell'esperienza avanzata ed innovativa di "Cronache Irpine", foglio di impegno politico.
Quella brillante pattuglia di rinnovatori, inizialmente allievi e poi antagonisti del leader indiscusso Fiorentino Sullo, divenne progressivamente protagonista della vita politica, amministrativa e culturale della provincia. Alcuni decenni dopo Savignano, orgoglioso difensore della sua autonomia, ruppe i rapporti con De Mita ed il gruppo maggioritario basista - intraprendendo altri ma sempre prestigiosi percorsi - e si trasferì da Avellino in Toscana.
Da amministratore Savignano fu presidente per alcuni anni - con avvedutezza e lungimiranza - del Consorzio Asi di Avellino, strumento strategico per l'infrastrutturazione ed i servizi di supporto al processo di industrializzazione che, in quegli anni, andava consolidandosi in Irpinia.
Ma Aristide Savignano, avvocato giuspubblicista e consulente legale, è stato soprattutto uno studioso ed un accademico di livello. Professore ordinario di Dottrina dello Stato nelle Università di Salerno, Napoli e Firenze, ha prodotto alcune importanti pubblicazioni - tra gli anni '60 e ’70 - sui temi della partecipazione politica in diritto costituzionale e sulla natura giuridica dei gruppi parlamentari.
Tra il 1976 ed il 1977 divenne rettore della giovane Università di Salerno, nata nel 1969 dal Magistero, concorrendo alla prima fase di sviluppo del secondo ateneo della Campania. Oltre dieci anni dopo, tra il 1987 ed il 1989, da componente del comitato tecnico ordinatore, concorse alla costituzione della nuova Università del Molise a Campobasso.
Si occupò tra l'altro di Isveimer, concorse alle Edizioni scientifiche italiane ed alla storica rivista Nord e Sud in rapporti con Francesco Compagna, Giuseppe Galasso e Pietro Perlingieri. Maturò un'importante esperienza di amministrazione nelle partecipazioni statali e nella finanza pubblica come vicepresidente del Banco di Napoli, nei primi anni Ottanta,all' epoca il principale istituto di credito dell' Italia Meridionale.
Parallelo alla rottura con il mondo politico locale, di cui criticava la chiusura clientelare e totalizzante, fu il suo trasferimento in Toscana ed all'Università di Firenze alla ricerca di nuovi spazi di libertà e dialettica, pur mantenendo sempre intensi collegamenti familiari e personali con la provincia irpina.
Con Savignano viene meno, a breve distanza dalla scomparsa di Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco (con cui continuò ad intrattenere rapporti amichevoli), un pezzo autorevole - ancorché meno noto e visibile - del prestigioso gruppo dirigente della storia recente d'Irpinia.
Giungano le più sentite condoglianze, alla vedova signora Pia ed ai figlioli Alessandra, Francesca e Nicola.
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Il necrologio apparso oggi sul Corriere della Sera e su Il Mattino: La moglie Pia e i figli Francesca, Alessandra e Nicola piangono la scomparsa di Aristide Savignano. La cerimonia di commemorazione del trigesimo si terrà il 1º aprile 2023 alle ore 11 presso la Cappella dell'Istituto Maria SS di Montevergine in Mercogliano, via Ramiro Marconi 19.