AVELLINO – Avere i cantieri in città non è sempre negativo: essere costretti a fare passeggiate insolite, infatti, consente di fare altrettanto insolite e piacevoli scoperte. Sapevate che Alfonso Gatto, letterato e poeta salernitano, ha frequentato assiduamente ed amato la nostra città? Alfonso Gatto (1909-1976) era spesso ospite di Carlo Muscetta, l'illustre letterato avellinese recentemente ricordato dal Centro Dorso con una magistrale lezione di Alberto Asor Rosa. Presso la famosa tipografia Pergola, infatti, si stampava "Isola", la prima raccolta di poesie di Alfonso Gatto.
A testimonianza e conferma di quanto affermato, in piazza Solimena, nei pressi della scuola media "Leonardo da Vinci”, è visibile, sulla facciata laterale del palazzo che ospitava la tipografia Pergola – dove si pubblicava, fino alla prima metà degli anni Ottanta, il Corriere dell’Irpinia a suo tempo fondato da Guido Dorso – una targa ricordo inaugurata nel luglio del 1979, in occasione del 70° anniversario della nascita del poeta, alla presenza del sindaco dell’epoca Massimo Preziosi.
Questo il testo della lapide il cui testo fu scritto da Mario Gabriele Giordano, noto letterato e studioso irpino, direttore di Riscontri:
Nel 1932
quando ospite e sodale di Carlo Muscetta
Alfonso Gatto
imparava ad amare questa città
munifica e presaga la famiglia amica
per i tipi di Pergola
qui si stampava Isola
annunzio e fondamento
di una intensa voce poetica
che dall’anima meridionale seppe trarre
universali verità e bellezze
Auspice Riscontri
nel 70° anniversario
della nascita del poeta
17 luglio 1979
La cultura del presente e del futuro non può prescindere da una piena e compiuta conoscenza della cultura del passato. È anche per questo che accogliamo con favore l'approvazione, da parte della commissione Cultura di Montecitorio, di una risoluzione che prevede il ritorno "sui banchi di scuola", di autori quali Quasimodo, Sciascia, Serao, Gatto appunto.
È anche dalla riscoperta della lezione di Alfonso Gatto e di questi autori che si potrà permettere ai nostri giovani di recuperare quel senso d'appartenenza, l'orgoglio di essere meridionali che tante, troppe volte, è sembrato essere smarrito.