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    03/07/2024

Corsini: «Una nuova politica dalla lezione del cattolicesimo democratico»

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Da sx: Festa, Corsini, SantoroAVELLINO – “Dorso, Tino, Maccanico, prima ancora De Sanctis: Avellino ha sempre espresso una vivacità intellettuale che ne fanno una delle capitali della cultura nel nostro Paese”. Ne è convinto Paolo Corsini, oggi senatore Pd, ex sindaco di Brescia e docente di storia moderna presso l’università di Parma, questa sera ad Avellino per parlare del ruolo dei cattolici democratici e della crisi della politica nel corso dell’incontro-dibattito promosso dal centro studi “Giuseppe Dossetti” e moderato da Amalio Santoro.

A Corsini, che ha anche fatto cenno alle lunghe chiacchierate cui lo sottoponeva con i suoi “ragionamenti” nel Transatlantico di Montecitorio Ciriaco De Mita, abbiamo ricordato, nel corso di una breve passeggiata lungo il Corso Vittorio Emanuele al termine dell’incontro, che l’Irpinia è anche la terra del grande giurista Pasquale Stanislao Mancini, del latinista Antonio La Penna, degli italianisti Carlo Muscetta, Dante Della Terza, Attilio Marinari. Nomi, purtroppo, a molti sconosciuti. Come era sconosciuto – e questo l’ha ricordato lo stesso Corsini – ad un giovane deputato del Pd oggi in Parlamento il nome di Altiero Spinelli, uno dei fondatori del movimento federalista europeo ed estensore del manifesto di Ventotene, collegato invece con non meglio precisati  ed identificabili confezionatori di sigarette artigianali a base di hashish e marijuana.

Un modo per sottolineare, citando il suo grande amico e successore nella carica di primo cittadino della città Leonessa d’Italia, vale a dire Mino Martinazzoli, il livello della politica oggi, con un passaggio purtroppo radicale dal “troppo al niente”. Di qui la necessità di restituire alla politica il ruolo di guida democratica sorretta da una elaborazione progettuale e culturale in grado di sfociare in capacità di scelte e di governo. In questo senso il ruolo del cattolicesimo democratico, alla luce anche della nuova fase di dialogo avviata da papa Francesco, può essere ancora determinante e fondamentale soprattutto se si fa riferimento alla lezione di alcuni padri nobili quali sono stati, con connotazioni diverse, Giuseppe Alberigo, Beniamino Andreatta, Achille Ardigò, Gabriele De Rosa, Giuseppe Dossetti, Leopoldo Elia, Ermanno Gorrieri, Giuseppe Lazzati, Mino Martinazzoli, Pietro Scoppola.

Sollecitato da Saverio Festa, studioso del pensiero di Dorso e Gobetti, il senatore Corsini ha sottolineato che mentre il comunismo a livello mondiale ha fallito il suo compito, l'esperienza cattolico democratica, invece, si è consumata pur avendo in sé la potenzialità per rigenerarsi. Dalla dotta relazione sulla storia del cattolicesimo democratico il parlamentare lombardo è passato poi a temi di maggior attualità. Partendo dalla delusione per il Pd, che non si è rivelato capace di assolvere in pieno alla missione di partito delle riforme, ha ricordato le uniche autentiche esperienze di riformismo italiano, quelle con Aldo Moro e le amministrazioni locali guidate dalla sinistra. A volte è meglio perdere le elezioni piuttosto che perdere l'anima: questa la citazione martinazzoliana con la quale Corsini, firmatario del documento dei 25 senatori del Pd per il Senato elettivo, di garanzia e delle autonomie, ha salutato la platea.

Ricchi di spunti gli interventi svolti nel corso del dibattito. Nella sua introduzione Amalio Santoro, ex segretario provinciale del Ppi, ha sostenuto che il Pd ha tradito le ragioni della sua nascita. Da partito del riformismo italiano, sintesi dell'Ulivo, è diventato una sala bingo dalla quale si entra e si esce secondo convenienza. Ha inoltre rivendicato in Irpinia l'esperienza del centrosinistra alternativo, in piccolo, perfetta sintesi delle culture cattoliche e socialdemocratiche, post comuniste ed ambientaliste. Ha aggiunto che nella nostra terra le forze politiche ossessionate dalla gestione e dal potere non pensano più ai veri problemi della comunità.

Antonio Gengaro, ex vice sindaco nella giunta Di Nunno, ha ricordato che se De Mita nel congresso della Dc del 1989, che aprì la strada al Caf, avesse appoggiato l'applauditissimo Mino Martinazzoli, forse la storia della Democrazia cristiana e del Paese sarebbe cambiata, definendo la gestione di quella fase il più grande errore politico del leader di Nusco.

Il presidente dell'Istituto zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, ha sostenuto che i cattolici democratici possono avere ancora un ruolo se recuperano la capacità di guardare alle questioni a partire dalla tutela della salute e dell'ambiente. Giuseppe Moricola di Sel ha rivendicato il ruolo determinante svolto dal Pci nella costruzione e nella salvaguardia della Costituzione. Davide Bolognese, infine, ha sottolineato la volontà delle giovani generazioni di volersi impegnare in politica e misurarsi innanzi tutto con la lezione che viene proprio dalla tradizione dei cattolici democratici.

Peculiarità della tradizione cattolico democratica

La Chiesa e i cattolici italiani

Pd PdR partito della Nazione

 

 

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