AVELLINO – Un’intera giornata di confronto e di dibattito, quella di oggi, presso il carcere borbonico, sull’idea condivisa di città, fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Avellino e dalle forze politiche che la sostengono (Partito democratico, Italia dei Valori e le civiche di Avellino Futura e Uniti per Avellino).
Va subito detto che il convegno, organizzato in gran fretta e “comunicato” solo all’ultimo momento ha visto una scarsissima partecipazione dei cittadini e delle stesse associazioni di giovani, di intellettuali e del volontariato. A condividere con l’amministrazione l’idea futura di città sono stati, perciò, quasi esclusivamente ordini professionali e sindacati, regolarmente invitati. Peraltro, data la complessità del tema e i mille discorsi potenzialmente sviluppabili, molti degli intervenuti hanno sottolineato che si trattava solo di un punto di partenza e che gli spunti pure emersi dal dibattito richiedono ulteriori approfondimenti.
Può anche darsi che si sia trattato di una strategia precisa: assenti potenziali dissenzienti, l’idea proposta è da ritenersi automaticamente condivisa.
Ma qual è questa idea. La linea di fondo abbastanza semplice: questa amministrazione comunale, checché ne dicano gli incompetenti e i malevoli, è la migliore possibile e sta preparando per la città un futuro roseo, fatta di tante opere pubbliche da completare o realizzare con i fondi europei. Il rischio, naturalmente, è che alla fine ci ritroviamo con tanti altri “contenitori”, in aggiunta a quelli esistenti, che non sappiamo di quali contenuti riempire e che alla fine l’amministrazione comunale dovrà dismettere perché non è in grado di gestire.
Intendiamoci, dal dibattito, qualche idea buona pure è venuta, come la necessità di rompere l’isolamento del capoluogo collegandolo su rotaia al nodo salernitano. Ma quello che è sbagliato è il punto di partenza, che può essere sintetizzato in questi termini: c’è la possibilità di attingere ai fondi europei, bisogna muoversi in fretta per realizzare comunque qualcosa e far muovere l’economia. Sarebbe stato più produttivo elaborare una mission per la città di Avellino, raccogliendo proposte che pure in questi anni dall’opinione pubblica e dalla società civile, oltre che da associazioni professionali e dalle stesse forze sindacali, pure sono state avanzate. E poi, sulla base del disegno complessivo veramente condiviso, chiedere fondi per realizzare opere non fini a se stesse ma funzionali a un progetto. Ma tant’è, le elezioni sono ormai alle porte e bisogna passare subito all’incasso.
