AVELLINO – Ci risiamo? Questa domanda se la sono posta in tanti quando hanno appreso la notizia dell’attentato di Brindisi. La terribile “novità” dell’attacco ad una scuola, dell’evidente disegno di procurare una strage tra le giovanissime allieve dell’Istituto Francesca Morvillo Falcone, non fanno certo dimenticare che in fin dei conti abbiamo negli ultimi venti anni soltanto “goduto” di una parentesi in un periodo di violenza mirante ad attaccare la democrazia ed un regolare svolgimento della vita del Paese.
Tanti segnali portano ad attribuire alla mafia pugliese (la “Sacra corona unita”) l’esecuzione dell’attentato che ha procurato la morte di una studentessa sedicenne ed il ferimento di altre cinque: l’intitolazione della scuola professionale a Giovanni Falcone ed alla moglie Francesca Morvillo; l’imminenza dell’anniversario della loro morte violenta a Capaci; l’arrivo proprio oggi a Brindisi della carovana antimafia guidata dall’associazione “Libera” di don Ciotti; l’esplosione dell’ordigno proprio mentre giungeva davanti alla scuola il bus proveniente da Mesagne, il centro del Brindisino capitale della Sacra Corona unita e teatro, nei giorni scorsi, di una forte manifestazione antimafia da parte degli studenti del luogo.
Ma proprio questo cumulo di coincidenze induce a pensare anche altro. E cioè che proprio perché tutto avrebbe condotto sulla pista mafiosa altri ambienti avrebbero potuto organizzare l’aggressione convinti di farla franca. Il terrorismo internazionale, ad esempio, che in tutti i modi nell’ultimo mese ha annunciato l’attacco allo Stato italiano. Attenzione massima agli anarchici internazionali (il forte gruppo di stanza in Grecia è proprio di fronte alla città pugliese), ad organizzazioni islamiche, servizi segreti stranieri e nostrani. E in quest’ultimo caso – non proprio una novità per l’Italia – da considerare che siamo ad un delicato appuntamento elettorale.
La povera Melissa Bassi, la sedicenne rimasta uccisa, ha in sostanza dato la sua vita per le aspirazioni sanguinarie di qualcuno di questi gruppi.
L’indignazione degli italiani si è subito manifestata in tanti modi ed in tante città. In Campania subito mobilitati movimenti democratici di Napoli e di Caserta e, nella nostra città, all’altezza della villa comunale presso lo storico liceo “Pietro Colletta” che ha formato intere generazioni.
Ma l’indignazione non basta. Gli italiani vogliono sapere chi alimenta la follia terroristica. E soprattutto desiderano sapere se finalmente ambienti e servizi deviati del nostro Paese questa volta non c’entrano. Anche perché da vent’anni non si riesce a sapere se qualche pezzo istituzionale ha davvero tentato di siglare un armistizio con la mafia siciliana. O anche Brindisi si aggiungerà alla lunga lista dei micidiali misteri della Repubblica?