AVELLINO – Il congresso fondativo del circolo democratico “Vittorio Foa” di Avellino, tenutosi ieri all’ex Carcere borbonico, ha offerto al Pd una opportunità di confronto sulle questioni locali e nazionali. Tra le altre cose, sono emersi anche i problemi interni al partito che da mesi, se non da anni, alimentano una forte conflittualità tra le diverse componenti. In particolare, al centro dell’attenzione e delle critiche degli esponenti della sinistra del Pd, e non solo, è finita l’amministrazione comunale guidata da Galasso. Il segretario del circolo Giovanni Bove ed il vicesegretario provinciale e consigliere comunale democratico, Francesco Todisco, hanno chiesto al primo cittadino di mantenere fede all’impegno assunto con gli elettori, portando a termine la consiliatura e rinunciando alle ambizioni di candidatura per un posto in Parlamento.
“La scelta dei candidati – ha incalzato Todisco – deve avere un forte senso politico e deve investire il meglio del nostro gruppo dirigente, puntando su chi è stato in grado di farsi interprete delle istanze e dei conflitti sociali. Non può essere inteso come una possibilità di carriera personale”. Bocciata, dunque, dai bersaniani l’ipotesi di una corsa di Galasso per Montecitorio, nonostante il primo cittadino da tempo abbia manifestato la propria aspirazione e qualche volta le sue iniziative politiche ed amministrative sono apparse persino condizionate da questo obiettivo. Ma le critiche all’indirizzo di Piazza del Popolo riguardano anche le scelte strategiche della giunta e della maggioranza, che sarebbero appiattite sul completamento delle grandi opere. “Dobbiamo – ha sostenuto Bove – dedicare più attenzione alle politiche sociali e alla cultura”.
Anche l’ex capogruppo del Pd, Stefano La Verde - che nel frattempo ha abbandonato la delegazione democratica dichiarandosi indipendente, pur non rinunciando alla militanza nel partito – ha messo il dito nella piaga degli scontri interni a Palazzo di Città. “Sin dall’avvio della consiliatura – ha dichiarato – abbiamo assistito ad una faida interna. A prevalere sono stati i personalismi ed i piccoli interessi. Purtroppo il partito è stato assente, ha preferito lasciar correre ed il senatore Enzo De Luca ha grandi responsabilità in merito”.
Le tante questioni sul tappeto rimarcano la necessità di un chiarimento che tarda a venire. In apertura di congresso, Enzo Venezia aveva sottolineato proprio l’esigenza di celebrare l’atteso congresso cittadino. Una sollecitazione condivisa anche dal consigliere provinciale, Franco Russo. Nel suo intervento conclusivo, Andrea Orlando (responsabile nazionale Giustizia del Pd) ha invece focalizzato i problemi dello scenario politico generale: “La crisi accentua la distanza che esiste tra i cittadini e la politica. Il Pd deve compiere scelte coraggiose che riguardano le opzioni strategiche. Non possiamo più essere subalterni al neoliberismo. Sinora non siamo stati in grado di cogliere il senso della nostra missione. Le priorità debbono essere il lavoro e la giustizia sociale. Anche il governo Monti va considerato una parentesi, non è la soluzione ai problemi. E’ giunto il momento di prendere posizione”.
Al termine dell’assise sono stati eletti i componenti del direttivo: Giovanni Bove, Radames Colella, Marco Tecce, Ferdinando Taccone, Anna Catena, Giuditta Colella, Ennio Loffredo, Nicolina Russo, Generoso Bruno, Valentina Volgare, Mario Perrotta, Guglielmo Greco, Pierino Mitrione, Fabrizio Ortu, Antonio Procaccino, Rosanna Rebulla, Donata Ferrante, Antonio Del Gaizo, Amerigo Ferrara, Carmine Schettino. Fanno parte di diritto dell’organismo i consiglieri comunali Francesco Todisco e Ugo Loguercio ed il segretario dei Giovani Democratici, Giampaolo Davidde.