AVELLINO – Un libro su Maria de Cardona, la nobildonna italo-spagnola vissuta nella Napoli del Cinquecento, che ereditò dal padre Giovanni la contea di Avellino ed il marchesato di Padula. Lo ha scritto per i tipi delle edizioni Terebinto la giovane studiosa avellinese Marisa Bellucci attraverso un accurato lavoro di ricerca documentaria. Classico esempio di donna colta, versatissima nell’historie e humane lettere, poetessa di non comune sensibilità e umanità, la de Cardona fu amica di letterati e intellettuali come Bernardo Tasso, padre di Torquato; Luigi Tansillo, uno dei maggiori rappresentanti, con il suo Canzoniere, del petrarchismo meridionale e napoletano (era di Venosa, la patria di Orazio); Ortensio Lando, letterato lombardo autore di novelle e opuscoli satirici, che tradusse l’Utopia di Tommaso Moro; Antonio Minturno, pseudonimo di Antonio Sebastiani, poeta, letterato e ecclesiastico originario di Traetto, oggi Minturno, autore di due trattati sull’arte poetica.
Fu lei a dare mano ad un primo e vasto restauro del castello di Avellino – prima dell’opera illuminata dei Caracciolo – nel quale soggiornò quasi sempre da sola a causa delle lunghe assenze del marito, Francesco d’Este, terzogenito di Alfonso I duca di Ferrara e di Lucrezia Borgia, impegnato al servizio di Carlo V nella guerra che lo oppose a Francesco I.
A presentare il volume, presso la sede dell’Archivio di Stato di Avellino, saranno domani, alle 17.30, presente l’autrice, il direttore Carlo Guardascione, il professore Francesco Barra dell’Università di Salerno e Generoso Picone, capo della redazione avellinese del Mattino.