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    04/11/2024

Mefite, al carcere borbonico una mostra di foto della Valle d’Ansanto

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Mostre2_mefite_mostra.jpgAVELLINO – Sabato 7 aprile ore 11, al museo dell’ex carcere borbonico, apre al pubblico la mostra “Salvatore Esposito. Mefite” che propone una serie di fotografie ed un’opera video realizzati dal fotografo napoletano nel corso del suo ultimo reportage.

Il lavoro – si legge in una nota – racconta un viaggio nella Valle d’Ansanto, tanto cara a Virgilio e terra di passaggio per le popolazioni migratorie: il più celebrato santuario della dea Mefite. Attraverso il mezzo della fotografia, Esposito ha annotato dei micro accadimenti di esistenza, di animali approdati, inconsapevolmente, nella valle dell’Ade. Da sempre, infatti, si mostra interessato ai processi di trasformazione e mutazione nonché al prezioso ruolo del tempo, che da una parte distrugge e dall’altra conserva queste preziose testimonianze del suo passaggio. L’interesse del fotografo si rivolge dunque ad uno studio alla forma del corpo, umano e animale, alla possibilità di “ridisegnarsi” o di “rigenerarsi” ad una nuova esistenza o, come in questo caso, al destino spietato che la chimica naturale riserva alla vita. Afferma Esposito: “Le fotografie non presentano alcuna enfasi e concessione narrativa: animali morti per avvelenamento di gas e di acque presenti nel luogo sui quali il mezzo fotografico si sofferma realizzando una ripresa diretta e schiacciata sul soggetto, senza orizzonte, una “fotografia oggettiva”, ma profondamente partecipata, indagatrice del luogo del “crimine”. Ho fotografato queste forme in quanto trasformazioni, forme sospese tra ciò che sono e il divenire: forme sospese tra ciò che più non è e ciò che non è ancora”. La mostra sarà visitabile dal 7 aprile al 2 maggio 2018.

Salvatore Esposito nasce a Napoli il 4 dicembre 1956. Vive e lavora tra Napoli e Parigi. La sua prima personale di fotografia Lo spazio e il tempo nell’itinerario procidano si tiene nel 1992, presso la stazione marittima di Procida. Il suo approdo al teatro avviene, qualche anno dopo, nel 1996 con lo spettacolo Venevaca - teatro della dea madre di Babilonia, realizzato a Bagdad in Iraq. Tra le esposizioni personali si citano anche: Il Nilo presso la Galleria Blu Cobalto di Napoli nel 1996; Dove scende la lava, presso lo Spazio culturale La Toccata di Parigi, e Sèquesnce Fnac a Les Halles, del 2002; Salvatore Esposito presso L’Atelier di Napoli, nel 2003; La Trasparenza presso la Fondazione Archivio Fotografico di Marina di Ravenna; I bambini di Napoli ospitata dall’Istituto di cultura di Amburgo nel 2005 e Napoli presso l’Istituto di cultura di Berlino nel 2006. Degli ultimi anni sono i lavori Trasmutazioni dedicato ai cosiddetti “femminielli” di Napoli, al Mav di Ercolano, Sedimenti che rivolge l’attenzione alle forme naturali che nascono dalle croste magmatiche, Le forme di un paesaggio concentrato sui luoghi più anonimi ed indefiniti dello spazio urbano, realizzata a Castel dell’Ovo nel 2013 e ospitata in seguito a Rouen,Francia. Infine Mefite, in mostra al Museo archeologico provinciale di Salerno e al Museo di paleontologia di Napoli in cui vita e morte si rincorrono incostantemente nel ciclo del divenire.

 

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