BOLOGNA – Si è tenuta ieri, presso la 10a Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato della Repubblica l’audizione della Fondazione Gimbe nell’ambito dell’“Indagine conoscitiva su forme integrative di previdenza e assistenza sanitaria”.
«A fronte di un netto aumento degli iscritti ai fondi sanitari e dell’espansione del cosiddetto “secondo pilastro” – ha esordito Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – il settore della sanità integrativa, che include le forme di welfare aziendale, è tra i meno trasparenti della sanità». Infatti, da un lato l’Anagrafe dei Fondi Sanitari Integrativi (Fsi) istituita presso il ministero della Salute non è pubblicamente accessibile, dall’altro solo dal 2018 il dicastero pubblica un report, peraltro basato su un dataset molto limitato. E se il recente avvio dell’Osservatorio nazionale permanente dei fondi sanitari integrativi (Dm 15 settembre 2022) è un primo passo verso una maggiore trasparenza, ha ricordato il presidente, «l’implementazione del nuovo cruscotto di dati sarà sperimentale fino al 2024, e solo dal 2025 sarà obbligatorio per i fondi sanitari fornire i dati richiesti, pena l’impossibilità d’iscriversi all’Anagrafe dei Fsi per fruire dei benefici fiscali».