AVELLINO – Quanto è attuale oggi la lezione di Mino Martinazzoli, l’uomo politico bresciano scomparso nel settembre dello scorso anno, uno dei maggiori interpreti del pensiero di Luigi Sturzo nella difesa della cultura del popolarismo e di quello di Alcide De Gasperi nel sostenere come baluardo della democrazia i valori della Costituzione per un efficiente funzionamento dello Stato?
Che Italia è quella che sta venendo fuori dalla nuova tangentopoli dopo quella del 1992 che travolse la Dc e la sua classe dirigente?
Democristiano per una vita, fin dai tempi della Sinistra di Base caratterizzati dai “ragionamenti” con De Mita e gli altri, più volte ministro, capogruppo alla Camera, Martinazzoli fu segretario della “nuova” Dc dal 1992 al 1994, fondatore e primo segretario del Ppi, infine sindaco di Brescia e consigliere regionale. Una vita, insomma, per lo scudo crociato con un dialogo finale con il centrosinistra. C’è chi ha scritto che senza di lui forse il Pd non sarebbe nato. E proprio gli esponenti dell’Associazione centrosinistra alternativo discutono di questo “strano democristiano” – dal titolo di un libro in cui Martinazzoli fa il bilancio della sua vita politica – nel corso di un incontro, in programma nelle sale della caffetteria “I santi” di Mercogliano giovedì 15 marzo con inizio alle ore 17,30.
A parlarne saranno Fausto Addesa, Crescenzo Fabrizio, Antonio Limone e Amalio Santoro.