AVELLINO – Premessa: nella società della spettacolo, la finzione è soggetto imprescindibile da cui tutto si origina nel consapevole sovvertimento del reale e nella consacrazione della sua mistificazione. Nel “sonno della ragione”, vi è la proposta politica della autonomia regionale e la spettacolarizzazione della finzione. In essa si coglie la fotografia delle disuguaglianze, oggi trascinata direttamente alla attenzione del Consiglio dei ministri senza la propedeutica discussione parlamentare. Appare per quella che è: corsa ad accaparrarsi il bottino!
Questa proposta segue quella abortita della secessione, da sempre “nella testa” e “nel portafoglio” della Lega Nord, nella evoluzione succedanea della stessa nel mantenerne mascherate le avidità degli intenti iniziali, appunto ricchezze proprie e disuguaglianze altrui. Nel fatto, è stata lanciata una opa ostile a 20 milioni di cittadini residenti sulle terre del Mezzogiorno d’Italia. Questa oscena proposta di riforma tende a dividere ancor più l’Italia nella rappresentazione scenica di un populismo già vigoroso e pur crescente. La lotta contro le diseguaglianze viene così annientata, con la morte delle esperienze e la disgregazione della unità del Paese. Ancora più finta e svuotata, poi, appare il ricorso a parole come Patria, che paradossalmente fanno gli stessi che ne amplificano i valori, razzolando esattamente all’opposto di come fingono di predicare. Mi si lasci dire: buffoni sono quelli che declinano valori di unità e al tempo stesso ne differenziano diritti, cristallizzando distanze, con scale di diversità economiche e sociali.
Urge che si riparta da un nuovo umanesimo politico a sinistra; necessita ridare vigore a identità in sonno, smettere di deludere un popolo rassegnato e disperato nelle speranze, ora ampiamente discosto dalle urne elettorali.
Di autonomia regionale differenziata dobbiamo parlarne, per capire che dalle altrui avidità di spoliazione del Mezzogiorno, emergano stimoli organizzativi e massima capacità di utilizzo delle nostre ricchezze naturali e intellettuali. Ci confronteremo, con associazioni culturali d’Irpinia e con de Magistris, il giorno 28 febbraio, in Avellino.
*Unione Popolare