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    05/12/2024

Margotti, l’altra faccia del Risorgimento

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b_300_220_15593462_0___images_stories_giacomo_margotti.jpgDi Oscar Sanguineti, 63 anni, milanese, ricercatore senior presso l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio nazionale delle ricerche, nonché docente a contratto presso l’ambito di Scienze Storiche dell’Università Europea di Roma, autore di diversi saggi, fra i quali, nel 2004 per la D’Ettoris Editori, una biografia del beato Carlo d’Austria, giunta alla terza ristampa, segnaliamo all’attenzione dei nostri lettori l’ultima fatica Cattolici e Risorgimento Appunti per un biografia di don Giacomo Margotti, edito dalla D’Ettoris, presso cui dirige la collana Biblioteca di studi conservatori.

Dopo l’esperienza delle repubbliche mazziniane del 1848-1849, soprattutto di quella Romana, cadono le illusioni neoguelfe di un Risorgimento “battezzato”. Il Risorgimento si fa “scomunicato” e si compie senza o contro i cattolici. Anche se i cattolici-liberali sono fautori entusiasti non solo del processo di unificazione nazionale ma anche del processo di nazionalizzazione e di secolarizzazione dell’Italia, la major et sanior pars del cattolicesimo italiano, a partire dalla Santa Sede e dalle gerarchie episcopali — ma anche i ceti popolari — ne resta emarginata. Così dicasi, a fortiori, del popolo e dei contadini del tutto esclusi dalla vita nazionale, poco sensibili alle istanze rivoluzionarie che avanzano non più, come un tempo, dietro le baionette francesi, bensì, ora, dietro lo sventolio dei vessilli tricolori sabaudi.

Fra i cattolici più fedeli al Papa si collocano i cosiddetti “intransigenti”, cioè quei cattolici che non solo ritenevano ingiusta l’abolizione del potere temporale dei pontefici, ma obiettavano anche esplicitamente e radicalmente contro il “risorgimento”, quella Rivoluzione culturale e sociale inscindibile dal progetto unitario, che voleva plasmare un nuovo ethos nazionale in antitesi con un passato comune, carico di memorie religiose e di istanze universali.

Pioniere ed esponente di punta di questa corrente è don Giacomo Margotti (1823-1887), ligure ma attivo a Torino. Teologo e scrittore, è stato soprattutto – sebbene non fosse l’inclinazione maggiore della sua personalità – un giornalista, un giornalista cattolico, un polemista, dirigendo due delle principali testate cattoliche dell’Ottocento, L’Armonia e L’Unità Cattolica.

Bersagli delle sue accese ma mai astiose polemiche i personaggi del Risorgimento e i “padrini” stranieri del Risorgimento stesso, soprattutto l’autocrate francese Napoleone III, ma anche i politici liberali inglesi. Sull’altro versante, il suo idolo, il suo avatar, la sua “bussola”, è il Papa. Antiliberale, ma non legittimista; filotemporalista ma non antiunitario; conservatore ma non reazionario, don Margotti è uno dei personaggi più eminenti di quell’“altra faccia del Risorgimento” che a poco a poco una storiografia indipendente, frantumando rigidi cliché “di tendenza” e mettendo in discussione posizioni accademiche di comodo, comincia a far riemergere.

 

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