AVELLINO – L’ultima, la più potente delle bombe atomiche, lanciata per chiudere la terza e definitiva Guerra mondiale sanzionò la scomparsa - annunciata - dell’intera umanità. Inutili s’erano dimostrati i tentativi di quanti, avendo ancora un cervello razionale, s’erano adoperati per scongiurare che si distruggessero a vicenda i potenti della Terra: questa, ormai, ridotta a brandelli, aveva smarrito perfino la sua rotazione di sempre, perdendosi negli oscuri abissi dello spazio.
I paradisi delle varie religioni furono così sopraffatti dall’arrivo, simultaneo e inarrestabile, di qualche miliardo di anime in cerca di una sistemazione. Anche se le guerre terrestri erano state dovute quasi sempre alle prepotenze dei credenti, pur ammantati dei promozionali slogan di pace, bontà e tolleranza reciproca, adesso che crociate, jihad e città sante non avevano più ragione d’esistere, gli abitanti dei cieli si ritrovarono a dover mettere ordine e disciplina in quella babilonia apocalittica di petulanti pretendenti ai posti migliori. Inutilmente i cristiani lasciavano svolazzare ai venti cosmici i drappi con cui generazioni di pittori ne avevano ricoperto le vergogne, né l’eleganza delle rosse tuniche degli indù riusciva ad avere la meglio sui caftani e i turbanti orientali e men che meno sui lugubri copricapi ebraici.
La ressa era indescrivibile e i vari dei finivano per ingarbugliare vieppiù il caos. Qualche voce più potente delle altre provò a mettere ordine chiedendo a tutte le anime di contarsi: l’esercizio, occupando diversi secoli a venire, avrebbe forse permesso di trovare una soluzione. La soluzione finale.
