AVELLINO – Napoli-New York, di Gabriele Salvatores: ovvero, come rifugiarsi in una tiepida tana mentre fuori infuria la tempesta…Se volete scordarvi per un paio di ore delle scelte crudeli a cui ci costringe il nostro tempo (soccomberemo a causa della bomba o per le catastrofi climatiche?), riparate in una sala cinematografica e, nella semioscurità, lasciatevi trasportare dalla storia che si dipanerà sotto i vostri occhi.
Favola prima nera poi felice in cui, come nell’evoluzione canonica della fiaba, i due bambini protagonisti (una eccezionale coppia di interpreti: Dea Lanzaro e Antonio Guerra) affrontano al principio una serie di sventure (il bombardamento su Napoli, la perdita dei familiari, la fame) per poi imbarcarsi, grazie a una serie di coincidenze e di avventurosi incontri, su una nave americana che fa ritorno in patria.
Sulla Victory, come da copione (la cui mano originaria era stata di Federico Fellini) la paura si trasformerà in speranza, i persecutori diventeranno amici e protettori, e, se l’arrivo a New York sarà foriero di altre disgrazie, l’happy end verrà assicurato da una Little Italy tutta maccheroni e processioni, una Harlem in cui i bambini neri salvano quelli bianchi e un tribunale che si troverà a pronunciarsi contro la sorella perduta e ritrovata della bambina, ma la cui sentenza non deluderà le attese di quell’America portatrice dei diritti civili per la quale ci ritroviamo a fare il tifo.
È tutto molto vintage in questo film, ma non edulcorato né buonista, anzi, la scelta finale dei due piccoli napoletani ci coglie di sorpresa per la sua maturità. Insomma, se volete dimenticarvi degli States che hanno scelto Trump, andate a vedere Napoli-New York.
