AVELLINO – Sapevate che la nostra città da qualche giorno ha un "sindaco ospite"? Ebbene sì! Vi potrà sembrare strano ma in questo modo si è definito il nostro primo cittadino, lo scorso quattro novembre, durante le celebrazioni per la festa dell'Unità nazionale e delle forze armate, preferendo non rilasciare dichiarazioni in merito alla manifestazione, pur indossando la fascia tricolore.
Un gesto questo che, se volto a non alimentare ulteriori polemiche, in un momento già assai delicato per la città, in realtà, si è rivelato quanto mai controproducente avendo lo stesso sollecitato sentimenti di inerme stupore e delusione generalizzata. Vorremo ricordare, infatti, che tra gli obblighi di un sindaco c'è, primo tra tutti, quello di rappresentanza istituzionale e dei cittadini. Dunque, al di là delle beghe politiche di cui si sente parte o vittima, avrebbe avuto l'obbligo democratico ed il dovere morale di rilasciare una qualche dichiarazione, pur anche formale, durante tale solennità.
Sicuri si sia trattato solo di uno spiacevole scivolone, che il sindaco sarà pronto a chiarire presto, anche alla città, vorremo comunque tornare a consigliargli la lettura del nostro “occhio sulla città” del 12 settembre scorso. Potrebbe essere un buon modo per uscire dall'impasse di cui è ormai da troppo tempo vittima e per poter finalmente disporsi all'ascolto delle tante, complesse istanze della nostra città.
Perché l'identità di un buon amministratore è anche e soprattutto nella sua vocazione alla tutela della cosa pubblica e non, al contrario, nella mera conquista del potere che da essa ne deriva.
Noi intanto, nonostante tutto, continuiamo ad avere fiducia.
