AVELLINO – In questi giorni di festa le nostre chiese si trovano ad essere motore di iniziative volte a farci ritrovare come comunità. Ben venga tutto questo, ma la possibilità di partecipazione alla vita sociale e culturale dalla città è purtroppo ancora preclusa ad alcuni cittadini.
Perché? In chiese quali la nostra cattedrale, peraltro già oggetto di numerose segnalazioni da parte di questa rubrica e di questa testata, e la chiesa di Costantinopoli, solo per fare due esempi, non è, ad oggi, previsto alcun ingresso alternativo "aperto a tutti".
Allora la domanda è sempre la stessa: a chi attribuire la responsabilità di tanto immobilismo o negligenza? Al Comune? Alla curia? Alla sovrintendenza o a chi? Questi interrogativi non possono e non devono restare insoluti, hanno bisogno di risposte chiare nette e soprattutto immediate, ce lo chiede la città. Noi con l'ottimismo che ci contraddistingue e confidando nella sensibilità degli assessorati competenti attendiamo con fiducia. In fondo è proprio garantendo accoglienza che si potrà veder assicurata grande partecipazione.
Intanto, ad un anno dalla scomparsa del sindaco Di Nunno sono state molte le idee e le iniziative volte a mantenere vivo il suo ricordo: a tal proposito, non possiamo non ricordare, ad esempio, l'intitolazione a suo nome della nostra emeroteca provinciale. Al contempo però, sollecitiamo da parte dell'amministrazione comunale, un ulteriore sforzo di sensibilità, lo facciamo sottoponendo nuovamente alla sua attenzione una nostra "vecchia" proposta: intitolare ad Antonio Di Nunno la piazzetta cha dà su via Verdi che, ad oggi, non ha ancora un nome.
Sarebbe un bel modo per ribadire una volta di più e senza retorica che Tonino - era così che chi scrive affettuosamente lo chiamava - è stato soprattutto il sindaco degli avellinesi. Anche in questo caso con l'ottimismo che ci contraddistingue, attendiamo con fiducia.