AVELLINO – Dopo una pausa di riflessione torna l’occhio sulla città ed allunga il suo sguardo al prossimo appuntamento elettorale, nazionale certo, ma che coinvolge un diritto-dovere e la coscienza civica di ognuno, ad ogni livello. Com’è noto, il prossimo quattro marzo saremo chiamati, attraverso il voto, a rinnovare i nostri rappresentanti di Camera e Senato.
La politica non è rissa, non è divisione, non è farsi la guerra, non è denigrazione dell’avversario, è partecipazione, è sana competizione: ovvio. Ma è o dovrebbe essere soprattutto un’idea del collettivo che implicitamente diviene poi un’idea di paese. Pertanto non facciamoci prendere dall’egoismo della tentazione, pure forte in alcuni, dell’astensione, determinata dalla rassegnazione istillata da una possibile e pur oggettiva prossima prospettiva di ingovernabilità ma mai come in questo momento comunque scegliamo di scegliere: solo così, solo cogliendo l’importanza del prendere parte con il voto, permetteremo alla politica di sostanziarsi, di contribuire fattivamente alla risoluzione dei problemi e soprattutto di non crearne di nuovi: ecco l’arte del possibile.
Al contrario far venir meno tale esercizio di democrazia, equivarrebbe a mettere la testa sotto la sabbia illudendosi che, lavandosene le mani, delegando ad altri, si possa risolvere il problema eludendo il problema. Decidiamo di decidere e, dunque, decidiamo di voler contare: sarà questa l’unica maniera per non continuare ad essere professionisti del diritto ma dilettanti del dovere, per poter rivendicare finalmente, ed a buon diritto, la possibilità di obiezione e di critica costruttiva, insita nel nostro essere cittadini elettori.
Una necessità, questa, che ci auguriamo possa essere avvertita come preminente e predominante, soprattutto dalle nuove generazioni, potenziale futura classe dirigente, e dall’intero Mezzogiorno, area del Paese storicamente e oggettivamente spesso determinante nell’esito elettorale. Per tutto questo, attraverso l’umiltà dell’intelligenza che è propria della coscienza di ognuno, sentiamo di augurare ed augurarci buon voto. In fondo, è proprio con un pacato invito ad una intima ed attenta meditazione quale vuol essere il nostro che si fronteggerà ed eviterà, speriamo, il pericolo del dilagare di mediocrità sociale anche in ambito nazionale.