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    03/07/2024

La legge del ritorno e l’identità storica di un popolo

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Le bandiere dell'OnuAVELLINO – Ospitiamo un nuovo intervento del collega Carmine Acocella che questa volta si occupa della legge del ritorno allo Stato di Israele, riconosciuta con una risoluzione dell’Onu del 1947, e del senso di appartenenza di un intero popolo ad una comune identità storica e culturale.

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Nel 1947 in una risoluzione Onu veniva riconosciuta la legge del ritorno allo Stato di Israele. Questa legge non solo riconosce come potenziale cittadino ebreo chi professa la religione giudaica, ma individua laicamente come cittadino ebreo colui che ha quella provenienza etnica, oppure si identifica in una identità storica e culturale atavica legata a quella provenienza etnica. Vi sono molte famiglie in Italia ebree o di origine ebrea, più del 25% della popolazione, complessivamente. Molte sono le comunità ebraiche italiane fra cui si ricordano le più importanti: Genova, Livorno, Trieste, Roma, Napoli.

Alla legge suddetta nel tempo sono seguiti vari emendamenti o integrazioni che hanno dato la possibilità di ampliare il popolo di Israele, compreso la facoltà di poter includere anche diverse famiglie di profughi provenienti dalla Russia, in passato, tra gli anni ’40 e ’60. Negli emendamenti della legge suddetta sono stati previsti e riconosciuti anche figli di ebrei o anche nipoti di ebrei o pronipoti. Quindi tale legge è stata ampliata anche agli eredi ed ai figli dei figli dello Stato di Israele. Successivi emendamenti hanno bilanciato, regolamentando la potenziale entrata nello Stato di Israele di altre persone, in maniera non troppo permissiva, ma neanche troppo restrittiva.

Vi sono molte comunità, anche importanti, di ebrei disseminate un po’ nel mondo: molti di essi sono dediti ai mercati o alle banche o alla scienza o alla attività di ricerca o comunque ad attività filantropiche, per il bene dell’umanità. Ricordiamo nella storia del secolo scorso scienziati famosi come Enrico Fermi, Emilio Segrè, Ettore Majorana, Albert Einstein, Anna Arendt, Bruno Pontecorvo e tanti altri uomini insigni e noti in tutto il mondo.

Tale popolo, pur vivendo e risiedendo in paesi diversi, riguardo alla propria appartenenza, come fattore di identità culturale e quindi laicamente, auspica la sua unità e ricorda, da una parte, il contributo che molti ebrei o persone aventi quella origine diedero alla ricerca scientifica ed alla tecnica o alla medicina, dall’altra le inique oppressioni e le uccisioni ad opera dei nazisti, specie negli anni ’42, ’43. Ebrei orientali o russi da una parte, ebrei occidentali dall’altra, scampati alle persecuzioni ideologiche naziste e migrati in paesi come Gran Bretagna, Australia, Usa, America latina. Il trattato di Washington che regge la Nato, organizzazione nordatlantica, tutela questa etnia e le altre etnie, come del resto scritto e sancito nel preambolo del trattato suddetto.

In questa universale legge del ritorno tale popolo, detto da alcuni popolo senza terra, scampò all’oppressione egizia condotto da Mosè, più di duemila anni fa, con la fuga attraverso il Mar Rosso in Israele. In quella occasione gli ebrei festeggiano la Pasqua denominata in inglese passover. Negli Usa tale popolo ha affermato la libertà della persona, andando a ricoprire anche ruoli influenti nei vertici di importanti enti dell’apparato di stato americano: ricordiamo Henry Kissinger ed altri importanti uomini di Stato a capo di vari enti di Stato americani, ebrei o di origine ebrea. Ma la libertà delle organizzazioni ed associazioni ebree è diversa talvolta, o più delle volte, dal liberismo o dall’iper-liberismo occidentale. Tale libertà espressa dalle comunità ebraiche è specialmente affermazione di libertà e di identità culturale atavica di un popolo, libertà che è più volte lontana e ben distinta da un egoistico iper-liberismo dei mercati.

Molti libri che esistono in Italia riportano cognomi ebrei fra cui acco, ancona, bologna, di nola, leone, leoni, nola, palermo, evangelisti, sacchitella, massa, modena, moravia, roma, romano, romani, probabilmente anche napoli, napolitano, picard: piu’ di 10.000 cognomi ed esistono anche tanti libri ancora inediti contenenti tali cognomi. Rimane impressa la fotografia del titolo di un film dal titolo Süss l’ebreo degli anni 1940 del nazifascismo, film passato alla storia come film di propaganda antisemita.

In questa sede si vuole affermare il fatto che l’egoismo dell’uomo verso il capitale ha determinato le divisione dei mondi fra Est ed Ovest (nelle due visioni antitetiche orientale ed occidentale, rispettivamente, di capitale e di mezzi produttivi). Come è noto queste due visioni di capitale, da una parte hanno portato l’economia di Stato al 100%, poi smussata e resa economia prevalente di Stato ed in piccola parte mista con il riformismo introdotto dal presidente Michail Gorbaciov. In ogni caso le due visioni economiche alquanto diverse dei due mondi, tra Est ed Ovest, hanno determinato talora duri scontri politici fra i vari Paesi dell’Est  e dell’Ovest e le divisioni fra ebrei yiddish orientali ed ebrei yiddish occidentali, che rappresentano però un’unica comunità internazionale. Ricordiamo queste comunità ebree anche in Italia, le quali hanno dato un grande contributo anche alla partecipazione popolare ed alla democrazia, dopo Garibaldi, e che sono riconosciute dalla Chiesa cristiana cattolica nell’ambito del Concilio Vaticano II, doc. de nostra aetate ed humana dignitate. Va tenuto presente che l'Unità di Italia fu fatta non solo grazie a Garibaldi ed all’impresa dei Mille. C'è stato il contributo della Chiesa molto importante e determinante, indubbiamente, ai fini dell’Unità di Italia, però non va dimenticato anche il contributo, per una parte non di poco conto, di importanti comunità ebraiche, fra cui quelle di Livorno, Pisa, Genova, Trieste; senza dimenticare il Rubattino, Levi e tanti altri uomini insigni ed importanti. Tutti costoro diedero un grande contributo all'Unità di Italia, ed anche successivamente negli anni della Resistenza, in una linea liberale o liberaldemocratica e riformatrice, incentrata sul rispetto della dignità umana e sul riconoscimento della libertà umana, come espressione delle arti e dei mestieri e della persona e come possibilità di estrinsecazione della stessa da parte di tutte le persone e gli esseri umani.

Negli Stati Uniti esiste poi l’ebraismo riformato e l’ebraismo laico o laico umanitario. Costoro non si concentrano solo sulla religione, ma anche su argomenti storici dell’olocausto e sulla discriminazione etnica e sociale, traducendo essi la memoria di questi stermini nella loro voglia di collaborare con lo Stato americano, ma anche con altri Stati, per fini umanitari e per il superamento del ghetto e della violenza e per il miglioramento della condizioni di vita dell’umanità. Vi sono stati scrittori, poeti e cantanti importanti nell’Occidente ed anche negli Usa, come ad esempio Patti Smith, che hanno cantato a favore ed in difesa del popolo ebreo, (anche quelli migrati dalla penisola iberica negli Stati d’oltre oceano, circa 500 anni fa) . Infatti, in più di una occasione sono stati organizzati concerti nella città metropolitana di New York. Ricordiamo a tal proposito, una famosa e melodicissima canzone, sul finire degli anni ‘80: People have the power.

Ma nell'eclettismo culturale di cui oggi si parla molto di par condicio, forse proprio alcune correnti di pensiero liberal-solidaristiche o anche esponenti democratici filoebrei diedero grande contributo alla stesura della Carta costituente che poi ha sancito la Costituzione italiana ed i diritti di lavoratori. A questo punto non si tratta di alzare i vessilli o di calcare la mano su alcuni avvenimenti storici, ma non sarebbe neanche giusto poi fare  negazionismo storico. Nella storia si menzionano anche molti ebrei profughi da Ucraina, a causa del nazismo, ricordando ad esempio gli stermini perpetrati dai Hitler nella città di Leopoli (L’wow) e migrazioni di ebrei da paesi turchi e dalla Bulgaria verso Occidente a causa delle condizioni di fame, durante il periodo di transizione che ha portato al liberismo ed alla transizione non graduale dell’economia, in molti Paesi, da un’economia di Stato ad una economia liberistica o liberal-democratica.

La legge del ritorno di ebrei può forse in qualche modo affermare la voglia di riunirsi in unico Stato ed in un’unica comunità, la cui intelligenza per il bene dell’uomo è stata più volte purtroppo divisa e frammentata da visioni diverse ed antitetiche del capitale: l’una a capitale esclusivamente di Stato e l’altra a capitale liberistico. Potrebbe essere questo uno dei fattori per cui oggi nel mondo non ci sia pace e perché le comunità ebree che hanno dato importante tributo alla scienza ed alla ricerca ed in altri settori siano separate e non possano finalmente rivedere, tramite la legge del ritorno, la riconciliazione finale ed il ritorno della civiltà mediterranea ed il ritorno del fulcro del Mar Mediterraneo.

Si vuole in questa sede affermare il fatto che l’egoismo dell’uomo verso il capitale ha determinato la divisione dei mondi fra Est ed Ovest ed ha determinato gli scontri politici e, dunque, anche le divisioni del popolo di Israele migrato sia verso Est che verso Ovest. Altrimenti tale popolo, in altri modi ed altre forme, oggi potrebbe essere più unito e potrebbe dare dal punto di vista della questione laico umanitaria maggiore contributo alla scienza, alla tecnica ed al bene comune e nei vari ambiti della medicina e della ricerca, ad esempio, con le varie scoperte ed invenzioni. Dire oggi ebreo non solo concretamente, ma anche simbolicamente significa cercare quel riscatto dall’abominio del ghetto e dallo sterminio della guerra: ghetto che oggi, purtroppo, esiste ancora nella nostra società in tema socioeconomico, ed anche fra Sud e Nord Italia ponendo, ad esempio, l’annoso e secolare problema della Questione Meridionale.

La violenza di ieri si riverbera nel tempo come ghetto reale o simbolico nelle forti differenze e disuguaglianze che esistono purtroppo nella nostra società ed a livello sociale ed economico nel nostro Paese. Subiamo quel passato atroce e drammatico della seconda guerra: auspichiamo dunque, oggi una forma di Stato più equo e più solidale in cui l’anelito di pace possa rappresentare anche la riconciliazione fra ebrei divisi fra capitalismo da una parte e statalismo dall’altra, divisi fondamentalmente nel concetto di visione della modalità di distribuzione dei beni e degli averi, nata a seguito della rivoluzione industriale (che in fin dei conti è ciò che divide dagli albori dell’esistenza dell’uomo le varie parti dell’umanità e determina ancora significative differenze socio-economiche e conflitti fra Paesi, anche fra Est ed Ovest!) .

Tale riconciliazione si spera che avverrà un giorno, presto o tardi, nello Stato di Israele per questa legge del ritorno universale affinché questo popolo esule a vita e frammentato nei due mondi, spesso maltrattato e bistrattato o non pienamente riconosciuto, possa ritrovare unità ed un nuovo slancio: così facendo anche la nostra tanto bene amata umanità!

 

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