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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Prosit, Avellino guarda al futuro

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Rubriche-LaLettera_poloenolog.jpgAVELLINO – È ormai sotto gli occhi di tutti come le nostre eccellenze, peraltro tutte formatesi nei nostri atenei, sembrano avere sempre meno opportunità di affermare le proprie competenze e, più che preferire, sono costrette a ricercare altrove quelle condizioni che permettano loro di dimostrare quanto del progresso possano essere artefici. La nostra città e la nostra regione conoscono purtroppo questa drammatica realtà e gli ultimi dati Svimez ne danno triste conferma. Ma se questo è il bicchiere mezzo vuoto, proviamo a saggiare il mezzo pieno per renderci conto di quali sapori si compone.

Ebbene, riprendendo il nostro ciclo di degustazioni ci accorgiamo che i due sorsi in esame hanno spiccato sentore di grossa novità: il primo ci riporta in città e ci fa pensare all’università del vino, una realtà consolidata che amplia la sua offerta formativa e si prepara ad inaugurare nuove aule e laboratori in una nuova ala a disposizione dell’istituto De Sanctis, nel rinnovato, prestigioso palazzo sempre in viale Italia restituito alla totale fruizione della cittadinanza, a quanto si apprende, entro il prossimo anno accademico.

Come si ricorderà avemmo già a plaudire all’istituzione del corso di laurea in viticoltura ed enologia; oggi apprendiamo con soddisfazione  che, anche grazie alla grande tradizione della prestigiosa sede dell’ateneo (distaccamento della facoltà e del dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli), si vuol candidare la nostra città, la Campania e soprattutto l’Irpinia a rappresentare, in un futuro speriamo non troppo lontano, il primo polo d’avanguardia in ambito nazionale e addirittura internazionale per la produzione, lo studio e la ricerca nel settore vitivinicolo.

E sarà proprio questa importante iniziativa, speriamo, ad incentivare l’interesse di quanti hanno finora disertato la “scuola” facendo registrare da Avellino e provincia zero iscritti al primo anno del corso di laurea magistrale. È un’opportunità da non perdere sia per chi ha ormai in animo di lasciare la nostra città sia per chi invece spera di ritornare, e infine per chi crede che la nostra città è ben altro e la vorrebbe privilegiata nell’ospitare questa università. Le premesse sembrano esserci tutte: prosit, dunque,  ma diamoci da fare; fatti, non parole. È utile ricordare come tale progetto si deve ad una volontà dell’ente Provincia, proprietario dell’immobile che ospita l’ateneo, e della giunta Foti.

Proseguendo con la degustazione assaporiamo ancora il gusto della forza di un’idea e della tenacia nella realizzazione, quasi ad integrazione del nostro sguardo dello scorso sabato: pensiamo a ciò che accade a Santa Lucia di Serino dove, grazie alla tenacia del parroco don Luca Monti, della fondazione San Giuseppe Moscati, alla generosità delle comunità di Avellino e Serino e di altri attori in campo, si sta dando forza di concretezza al progetto di fare di una parte dalla casa natale del santo medico, acquistata dalla parrocchia, un museo.

Un proposito ed una volontà ambiziosa che non potrà che giovare alla comunità serinese certo ma anche all’intera provincia che potrà conoscere e sentirsi parte di una storia importante. Si potranno osservare oggetti appartenuti al santo, reliquie, insomma respirare la “semplice potenza di chi ha abitato quegli ambienti”. Al riguardo ci fa piacere ricordare il convegno tenutosi di recente al circolo della stampa proprio sulla figura del “Moscati medico santo”. Fu quella l’occasione per informare anche la nostra comunità sull’evoluzione e i progressi del progetto d’acquisto della casa museo.

Oggi apprendiamo con soddisfazione dell’impegno anche dell’ente Provincia nel contribuire a dare il conforto della concretezza a  tele intento. Staremo a vedere. In noi permane come da prassi ormai consolidata la fiducia e l’ottimismo, ma anche la volontà di assicurare occhio vigile ed attento sui due temi in oggetto.

Chi scrive, non certo un esperto “sommelier”, è riuscito a percepire soltanto i sapori più netti ed evidenti, ma se questo “mezzo pieno”, così giovane e già tanto gustoso, verrà conservato in barrique potrà affinarsi ancor di più sprigionando nuovi ed inaspettati sapori. Alla prossima degustazione.

 

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