AVELLINO – In un momento delicato come quello che stiamo vivendo non ci sono e non possono ancora esserci, ahi noi, sguardi di novità, siamo tutti passeggeri di una stessa barca, combattiamo un mostro senza più frontiere né confini ed ormai insinuatosi fin dentro le nostre stesse trincee. Perciò, come la scorsa settimana, ci viene da pensare in musica e ci torna alla mente La vita è adesso, straordinario successo del 1985 di Claudio Baglioni. Se la ascoltiamo ad occhi chiusi e a cuore aperto, facendoci guidare solo dal silenzio, dallo sguardo dell’anima, ci accorgeremo che si attaglia perfettamente all’odierna condizione di eccezionalità globale. In questa sede, preferiamo non riportare alcuna citazione dal testo per evitare di influenzarne l’ascolto o indurre ad eventuali suggestioni che vogliamo restino alle singole intimità.
Si permetta però a chi scrive di condividere con voi lettori alcuni pensieri e sensazioni. La vita è adesso appare come uno stupendo mosaico di musica e parole grate: grate alle forze dell’ordine, agli autotrasportatori, al doveroso tributo ai morti, a cui il nemico invisibile rende impossibile persino un ultimo saluto ed una degna sepoltura, gonfiando di lacrime i nostri occhi impotenti, riportandoci indietro nel tempo e nella storia. Ma il grazie più grande, oggi, ora, è per la scienza, per i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari “gente semplice di un paese in guerra” che combatte in prima linea. Penso ai giovani medici, neo laureati o specializzandi che, di sicuro, sognavano di poter rispondere alla loro missione con tempi e modalità differenti. Ma tant’è. Forse è proprio questo che li rende speciali, unici.
Penso a mio fratello Pierluigi, giovane specializzando in anestesia e rianimazione, e già vincitore di concorso presso l’ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino, primo focolaio e oggi la zona protetta più attenzionata d’Irpinia. Dai suoi cari, sentimenti divergenti: da una parte c’è grandissima gioia per un sogno che si realizza, dall’altra la preoccupazione e la naturale tensione che accomuna l’intera nazione. In un futuro non lontano ne usciremo fuori e festeggeremo Pierluigi e tutti i suoi colleghi come meritano. Intanto dedichiamo loro questo sguardo.
Un ultimo grazie lo merita la politica nazionale, come regionale: non è certo questo il momento delle polemiche, chi ne fa ad ogni livello, lo ripetiamo, forse non è in pace con se stesso, forse ha bisogno di apparire per esistere. Per dirla col Manzoni: “del senno del poi son piene le fosse”.
A chi trova occasione per speculare sulla paura e sui “delicati equilibri” di queste ore, consigliamo la lettura del De officiis di Cicerone che potrà aiutare a meditare sul senso del dovere e delle istituzioni o, quantomeno, invitiamo a porre giusta attenzione all’ascolto dell’esaustivo punto di vista espresso, nel merito, dal collega Marco Staglianò lo scorso martedì in un servizio mandato in onda da Irpinia TV.
Ci sarà tempo, poi, per riflettere su errori ed eventuali superficialità, ora c’è solo da ringraziare il premier Conte, per le misure imposte al paese e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che ha scelto, da par suo, l’unica strada possibile, quella dell’intransigenza e della fermezza, sostenuta da trasparenza e concretezza d’azione, tratto distintivo dell’intero suo agire.
Fa piacere constatare infine, a proposito, come “il modello De Luca per l’emergenza” abbia “stregato” anche Naomi Campbell: la famosa top-model, infatti, ha di recente postato sui social network un’immagine del presidente De Luca accompagnata dalla didascalia “ascolta e impara America”.
“Per aspera ad astra”, dicevano gli antichi: un augurio che rivolgiamo al governatore, con la speranza che le tante stelle possano presto brillare su di noi come sull’Italia. Perché, in fondo “i cani abbaiano, la carovana passa”.
