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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Chi ha tempo non aspetti tempo

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Calcio8_us_logo.jpgAVELLINO – L’occhio sulla città di questa settimana guarda al calcio con ancora alcune considerazioni sulla semifinale playoff di ritorno giocata e persa in casa contro il Padova.

La gara ci ha consegnato un Avellino che ha dovuto dire addio al sogno promozione a due passi dalla meta per disattenzioni certo, ma ancor più per superficialità d’approccio, al di là delle facili recriminazioni sul clima di provocazione che ha accompagnato l’approssimarsi alla partita del Partenio-Lombardi: dopo aver subito lo svantaggio intorno alla mezz’ora del primo tempo, infatti, non è più stato in grado di impostare una reazione degna di nota a poter impensierire seriamente uno degli ex di giornata, il portiere Andrea Dini.

Insomma, son venuti meno quello spirito e quel carattere battagliero che pure nelle occasioni importanti hanno rappresentato l’arma in più dei biancoverdi. La delusione deve ora lasciar spazio alla voglia di pronto riscatto: ciò che è accaduto dovrà servirci da sprone perché nel calcio come nello sport non ci si deve mai accontentare, si gioca sempre per vincere, come già sottolineato in un altro recente sguardo sull’argomento, il partecipare lasciamolo a Pierre de Coubertin.

Per far questo occorre una solidità progettuale che non può prescindere da una serenità nel lavoro, fiducia in chi è chiamato ad assolvere compiti di gestione e di management, tranquillità economica, che non va mai sottaciuta e certezza di futuro, tutte cose che nei fatti, ad oggi sembrano poter essere garantite.

A corroborare questa nostra convinzione, com’è noto, c’è anche la concreta e fattiva volontà, da parte della società guidata dal presidente D’Agostino, della realizzazione di un nuovo stadio di proprietà. Per ulteriori approfondimenti nel merito, invitiamo alla rilettura del nostro sguardo dell’otto maggio 2021.

In fondo, nonostante tutto, guardando sempre il bicchiere mezzo pieno, ci accorgiamo che abbiamo vissuto una stagione appassionante nel corso della quale comunque l’Avellino ha saputo crescere, passando dall’essere una buona formazione di metà classifica ad una quasi perfetta formazione di vertice. Lo ha fatto adattandosi alle circostanze, mostrando grande carattere e duttilità d’organico, mutando via via negli uomini e soprattutto nelle intenzioni. L’Avellino, insomma, ha acquisito nel tempo una propria identità ed un gioco spesso davvero brillante.

È questa la ragione per la quale, nell’augurare  buon lavoro, auspichiamo non si abbiano “dolorosi squilibri negli assetti di base” e che si possano “blindare” anche per il futuro alcuni punti fermi: stiamo pensando al direttore sportivo Salvatore Di somma, per la sua straordinaria capacità di mediazione ed indiscutibile esperienza e a cui va il merito, non certo secondario, di aver costruito in un tempo limitato e con le note difficoltà contingenti, una rosa di buon livello che parte da un’ottima base con calciatori di proprietà e perfettamente funzionali alle rinnovate  ambizioni  della società irpina, una rosa che saprà ben puntellare con pochi interventi mirati.

Senza dimenticare mister Braglia, capace comunque di tener concentrata la squadra, sapendo “ben dosare il bastone a la carota”. Mister Braglia ha saputo essere leader indiscusso di un gruppo tanto coeso e integrato da rendere ora difficili i “pur doverosi interventi a disunire”.

Ancora, il responsabile delle biglietteria, Giuseppe Musto, per la sua garbata e spontanea cordialità, al quale  auguriamo presto di poter tornare a gestire una gran mole di lavoro, il  disponibile ed attento team manager Giuseppe Matarazzo e l’altrettanto sempre attento e disponibile addetto stampa Alfonso D’Acierno.

Nel merito, ci fa piacere sottolineare come giungano dichiarazioni e segnali rassicuranti in tal senso.

C’è di più: infatti la conferma del direttore Di Somma e di mister Braglia è ormai ufficiale. Insomma, “chi ha tempo non aspetti tempo”. È con questa consapevolezza che si dovrà programmare sin d’ora il futuro, per accompagnare senza patemi e con la giusta “compattezza d’ambiente” l’Avellino verso l’obiettivo: la promozione diretta in serie B.

In fondo, sono  proprio solide fondamenta a rappresentare la garanzia per solide certezze. Staremmo a vedere.  E...ovviamente, sempre, viva il lupo!

 

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