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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Cento su centocinque

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Attualita_torre_orologio.jpgAVELLINO – Cento su centocinque: non è il risultato della proclamazione di una laurea triennale, magistrale o  specialistica ma la storia di una scintilla probabilmente mai davvero scoccata, quella tra Avellino ed il suo primo cittadino.

Come si ricorderà avemmo già a costatare come a portare alla vittoria il sindaco Festa 2019 fu solo il 25% dei cittadini elettori sollecitando ed auspicando nell’occasione un rapido recupero della restante parte dell’elettorato. Ma, a distanza di due anni, lascia pensare quanto riportato da “Governance Poll 2021”, il consueto studio del Sole 24 Ore che annualmente misura il gradimento dei sindaci e dei presidenti di Regione di tutta Italia.

Questi dati, infatti, certificano una perdita di consenso per il sindaco Festa in due anni di ben 10.5  punti percentuali, dal 51,5 ottenuto il giorno della sua elezione al 41% di oggi, in circa ventiquattro  mesi di attività amministrativa collocandolo al centesimo posto su centocinque (nel 2020, ad un anno dalla sua elezione, il sindaco di Avellino si classificò al novantaseiesimo posto e all’ultimo posto tra sindaci neoeletti). Peggio di lui i sindaci di Palermo, Taranto, Napoli e Catania.

In testa alla graduatoria si conferma Antonio De Caro, sindaco di Bari. Ottimo anche il piazzamento di Clemente Mastella, sindaco di Benevento, che si colloca al sesto posto, a dimostrazione di come si possa ben governare  un Comune che, come il nostro, è gravato da una situazione di predissesto. Diciassettesimo il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. Tra i governatori si registra l’exploit di Vincenzo De Luca, classificatosi al terzo posto.Altro risultato negativo, invece, è quello che vede Avellino attestarsi al penultimo posto tra i capoluoghi di provincia della Campania.

Lo studio non spiega le ragioni di un calo di consenso tanto vertiginoso per  il sindaco  Festa e di un risultato così poco lusinghiero per la nostra città ma possiamo provare ad immaginarne alcune offrendovi una lista infinita di  promesse e di annunci puntualmente disattesi: tunnel, Centro per l’autismo, Dogana, ex Eliseo, autostazione, la metropolitana leggera, ex ospedale Moscati di viale Italia, ex ospedale Maffucci di via pennini, ex ospedale Capone di via Ferriera, il progetto di un ingresso alternativo per la nostra cattedrale, da tempo ormai immemore, fermo ed impolverato in qualche cassetto di Palazzo di Città, il progetto del nuovo Palazzo di Giustizia cittadino o alcuni altri “pasticci” clamorosi, quali, le “strisce pedonali arcobaleno” di via Matteotti, il mercato bisettimanale, l’isola ecologica che non c’è più, la pista ciclabile di viale Italia, i cori da stadio intonati a via De Concilj  a totale spregio delle norme di prevenzione anti Covid-19 ed a  scherno del presidente De Luca, oltre che di città a noi vicine ed amiche e che, peraltro, sono costati ad Avellino ed a noi avellinesi, una decisamente disonorevole ribalta nazionale durata settimane o ancora dirette Facebook, forse talvolta condotte con toni un po’ troppo sopra le righe. Per non parlare del “brand enjoy” che si è rivelato piuttosto un boomerang.

E gli esempi potrebbero essere ancora tanti perché tanti sono i problemi che l’amministrazione comunale è chiamata a risolvere per rendere più vivibile ed accogliente la città. Tutto questo dovrebbe indurre ad attenta riflessione ed essere da sprone ad una rapida inversione di tendenza dell’agire amministrativo, ma tant’è. Staremo a vedere.

La città ha bisogno di risposte chiare, nette ed efficaci. Quando queste non arrivano, ecco che il risultato appena riportato diventa una diretta quanto logica conseguenza. Non possiamo più continuare ed essere spettatori di una città che appare ogni giorno di più spenta, fragile e che sembra muoversi, quando lo fa, solo per forza d’inerzia: siamo nel pieno dell’estate ma per chi resta in città i programmi sono vaghi, indefiniti o durano lo spazio di una sera. Si provveda, perciò, muovendo verso la  “nuova futura normalità” che ci attende, ad una concretezza di idee per l’oggi, certo, ma anche e soprattutto, a pianificare e programmare con oculatezza il domani.

Il tempo per recuperare c’è, a patto che si sappiano individuare e ben riparare guasti ed errori dimostrando quanto possibile sia la soluzione, quando è la volontà, la perizia e la capacità a ricercarla. Perché, per dirla con una frase di Aldo Moro, tanto cara anche al presidente Ciriaco De Mita: “il programma elettorale non è un arido elenco di cose da fare ma l’espressione di un’idea di città, di comunità”.

È arrivata l’estate e con essa il caldo torrido: di qui la naturale quanto fisiologica necessità di staccare un po’ la spina.

Anche in questo anno abbiamo cercato di raccontarvi la città con stile sobrio ma diretto, non lesinando, ove necessario, critiche e reprimende, senza però mai alzare troppo la voce, come da nostra prassi ormai consolidata.

Seguirà, pertanto un periodo in cui vi sentirete meno osservati e forse anche un po’ più soli. Niente paura, è solo un po’ di riposo, è una meritata breve pausa estiva. A presto! A risentirci sabato sette agosto.

 

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