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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Il teatrino non basta

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Rubriche-LaLettera_teatrino.jpgAVELLINO – Ben venga il delicatissimo teatro internazionale dei burattini dei fratelli Ferraiolo ad allietare le serate di fine estate dei più piccoli della nostra città ma di certo non può bastare e non può bastare neanche la mini-rassegna di spettacoli immaginata dall’amministrazione comunale grazie all’impiego di fondi europei ed inserita, fino alla fine di ottobre, nel cartellone “dell’Avellino Summer Fest”: davvero poco o niente pensando alle nostre reali  potenzialità. Avellino ha bisogno di rinnovate prospettive di certezza rispetto alla futura offerta culturale, Avellino pretende  e merita ben altro.

La cultura non è soltanto patrimonio di chi la possiede ma è far sì che per altri divenga piacere e volontà ad acquisirne. Proprio mentre l’Italia si prepara ad alzare i sipari di cinema e teatri in sicurezza, la nostra città sembra essere destinata ancora una volta a restare indietro: apprendiamo  con rammarico, infatti, di condizioni ostative alla normale attività ed alla programmazione del teatro comunale. Se tutto questo corrispondesse a verità, nel breve periodo, potremmo trovarci ad essere involontari spettatori delle sofferenze di una delle poche istituzioni culturali ancora capaci di dare lustro e notorietà nazionale ed internazionale alla nostra città.

Non è tutto, sembrerebbe esserci anche una pretestuosa quanto irremovibile volontà del sindaco Festa, nuovamente depositario della delega alla cultura, a voler rifiutare ogni dialogo volto al rinnovo della partnership con il  “Teatro Pubblico Campano “, l’ente regionale che negli ultimi anni ha allestito e gestito, con riconosciuto successo, il cartellone del Massimo della città: se tanto ci dà tanto...

È davvero deludente riconoscere nei nostri amministratori la mancanza, in varia misura, di  matacognizione intesa come “la capacità di osservare criticamente le proprie prestazioni”, indispensabile perché di fronte ai grandi problemi possano coesistere “il dubbio ed il dialogo”.

Non sta a noi individuare eventuali responsabilità, non sta a noi trovare o suggerire soluzioni, noi dobbiamo sentire forte la necessità di pretendere dai vari attori in campo risposte chiare, nette, immediate, efficaci e, speriamo, definitivamente risolutive, volte a scongiurare il rischio che le sofferenze di queste ore per l’istituzione teatro si trasformino in una potenziale, possibile, pericolosa agonia.

Come già espresso in  un nostro  precedente sguardo sull’argomento, è necessaria una “rivoluzione civica”: spogliamoci della nostra passività, se necessario affolliamo le nostre piazze e senza egoismi urliamo il nostro “sì” convinto alla cultura. Esponiamoci per una volta senza paure, per la difesa, la tutela e la salvaguardia di ciò che orgogliosamente vorremo continuare a sentire nostro. Perché la cultura rende liberi e, come scriveva Ugo Foscolo sul Monitore, “lo sguardo vigile dei cittadini è sentinella di libertà e democrazia”. E questa rubrica sarà sempre pronta a garantirlo, come da prassi ormai consolidata.

 

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