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    03/07/2024

L’occhio sulla città/De Mita, l’attore che lascia sulla scena

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Ciriaco De MitaAVELLINO – Quasi a integrazione del nostro ricordo dello scorso giovedì ci permettiamo ancora poche righe, perché ad altri e al tempo spetterà il doveroso tributo che la storia e la memoria del  presidente De Mita comunque meritano. Se ci chiedeste di sintetizzare i sentimenti che hanno accompagnato  il nostro scrivere, lo faremmo  senza esitare raccontandovi di quella malinconia che si materializza nel chiedersi: cosa resterà della sua politica?

Esiste un pre-De Mita ed inevitabilmente, da oggi, esisterà un post-De Mita, la parte del percorso sicuramente più ardua, percorso segnato però anche dal privilegio concessogli dal destino: un attore che lascia sulla scena. Egli, infatti, ha lasciato da sindaco in carica, ha lasciato facendo politica sul campo servendo la sua comunità. Un onore, questo, solo dei grandi della storia, una storia che non è certo finita, ma che è figlia di un’epopea, patrimonio nazionale già da diversi decenni.

Non v’è dubbio che la dipartita del presidente De Mita ci costringe a fare i conti con quello che oggi resta e ci restituisce la consapevolezza che ora come allora il nostro territorio, la nostra provincia, il capoluogo non hanno altra possibilità per uscire dalla marginalità, dall’isolamento istituzionale se non quella di recuperare il valore della rappresentanza democratica.

L’Irpinia oggi, come mezzo secolo fa, può ritrovare slancio verso la modernità solo con una rappresentanza  capace, ad ogni livello, di vincere l’eventuale debolezza dei freddi numeri con la forza dinamica del pensiero e delle idee. Una rappresentanza capace, insomma, di incidere per tornare a fare la differenza.

No, non c’è altra via, se ahi noi capita persino di non ricordare i nomi di chi è chiamato a tutelarci, a fare i nostri interessi nelle istituzioni. Una via che d’ora in avanti toccherà un po’ più a noi dover ritrovare, magari custodendo e rammentando ciò che diceva proprio il presidente De Mita: “la politica, il governo, il buon governo è sempre l’esercizio di una funzione, guai se l’esercizio di questa funzione si trasforma o viene trasformato nella gestione di un potere, del proprio potere”.

Non corriamo dunque il rischio di “rovinare la nobiltà della politica” con scelte affrettate o frutto di  becero qualunquismo, ma proponiamoci d’ora in avanti di provare sempre, anche con qualche sforzo di riflessione in più, ad affidarci a buoni governanti, a coloro, cioè, che  “sanno non solo  dire parole ma anche portare a termine fatti”. La differenza tra un leader politico e un capo politico? L’uno ha sempre il senso della storia, l’altro ha solo il senso del sondaggio. E De Mita, indubitabilmente è stato un leader.

Aurigemma, De Mita, Di Nunno, Sullo...Uno straordinario “appello” di raffinata intelligenza, lungimiranza e concretezza d’azione politico-amministrativa che non potrà più rispondere presente ma che, senza dubbio, resterà inciso ad alfabeto di un’epoca.

Perché, come diceva don Milani, “quando si decide da soli si è egoisti, quando si decide insieme si fa politica”. In quest’ottica, non può essere sottaciuta nemmeno un’autentica “rivoluzione del “demitismo”: l’introduzione della “collegialità del fare politica per dar vita a progetti ambiziosi”. Decidere insieme, dunque, per essere  accorti cittadini, per essere comunità.

Ora una piccola annotazione a margine: fermo restando l’enorme opera di servizio pubblico svolta dalle nostre emittenti locali e fermo restando comunque gli accurati servizi dedicati dalla Tv di Stato al ricordo della figura del presidente De Mita, vista l’inconfutabile levatura del “personaggio” e la folta presenza di autorità ivi compreso il capo dello Stato, ci chiediamo: da dove la scelta della Rai di trascurare la trasmissione diretta delle esequie? Uno spunto di riflessione...

 

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