AVELLINO – L’impegno ad essere ultimi non è il titolo dell’ultimo libro che abbiamo letto o recensito ma la storia di una scintilla mai davvero scoccata o forse l’epilogo di una vertiginosa e naturale discesa, quella del sindaco di Avellino Gianluca Festa.
Come si ricorderà, già lo scorso anno commentando lo stesso sondaggio avemmo a rilevare come il sindaco si classificò centesimo su centocinque e come, ancor peggio a portarlo alla vittoria nel 2019 fu solo il 25% dei cittadini elettori. Sollecitammo ed auspicammo, nell’occasione, un rapido recupero della restante parte dell’elettorato. Ma, a distanza di tre anni, lascia pensare quanto riportato da Governance Poll 2022, il consueto studio del Sole 24 Ore che annualmente misura il gradimento dei sindaci e dei presidenti di regione di tutta Italia.
Questi dati, infatti certificano la vertiginosa ed inesorabile discesa del sindaco Festa fino all’ultimo posto della graduatoria, con solo il 44% dei consensi. Posizione, per la verità, condivisa con i colleghi di Siena e Lecce, pur guadagnando tre punti percentuali rispetto allo scorso anno (41% del 2021 44% del 2022). In fondo, a ben pensarci, pure per arrivare ultimo ci vuole grande impegno…
È importante segnalare, comunque, nel merito che, com’è ovvio, sono stati esclusi dal giudizio i sindaci eletti ad inizio giugno e che dunque la classifica risulta essere più corta rispetto alle precedenti.
La graduatoria sorride, invece, al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che, nonostante una perdita di consenso di undici punti percentuali in tre anni, scende dal terzo posto dello scorso anno ad un comunque onorevolissimo quinto posto.
Tornando al sindaco Festa, la sua è una bocciatura quasi senza appello, la tanto sbandierata “rivoluzione Avellino” non sembra essere stata colta dai cittadini: pensiamo ad esempio al flop sulla “Fondazione Cultura” ad oggi desaparecida, al vuoto sul Teatro Gesualdo, al desolato e desolante beffardo abbandono dell’ex Eliseo, all’inesistenza di politiche giovanili e sociali in città, al “Bikesharing”, annunciato, inaugurato ma nei fatti mai partito, alla disastrosa pseudo pista ciclabile di viale Italia. Per non parlare del disastroso colpo d’occhio offerto dal nuovo assetto stradale del capoluogo, con buche, rattoppi ed avvallamenti. Ed ancora: pensiamo alla quanto mai strumentale e pretestuosa assenza di dialogo istituzionale tra Palazzo di Città e Palazzo Santa Lucia, al contenzioso ancora in essere tra Comune, Asl e Regione Campania sul futuro dell’ex ospedale Moscati di viale Italia. Per non parlare della totale assenza di concreta programmazione rispetto ad un’idea di futuro per l’ex ospedale Capone di via Ferriera o per l’ex ospedale Maffucci di via Pennini. Ancora l’isola ecologica che non c’è più e ci manca sempre di più.
E gli esempi potrebbero essere ancora tanti perché tanti sono i problemi che questa amministrazione è chiamata a risolvere per rendere più accogliente e vivibile la città, ma ci fermiamo solo per non rischiare di essere troppo cattivi. La città ha bisogno di risposte chiare, nette ed efficaci, quando queste non arrivano, ecco che il risultato appena riportato diventa diretta quanto logica conseguenza. Si provveda ad una concretezza di idee per l’oggi, certo, ma anche e soprattutto a programmare e pianificare con oculatezza il domani.
Il tempo per recuperare c’è, a patto che si sappiano individuare guasti ed errori dimostrando quanto possibile sia la soluzione quando sono la volontà, la perizia, la capacità e la competenza a ricercarla. Perché, per dirla con una frase di Aldo Moro, tanto cara anche al presidente Ciriaco De Mita: “il programma elettorale non è un arido elenco di cose da fare ma l’espressione di un’idea di città, di comunità”.
