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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Non può finire così

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Rubriche-LaLettera_autismo.jpgAVELLINO – La strettissima attualità ci fa pensare che ancora una volta un luogo più di altri sia meritevole della nostra attenzione: ricordate il centro per l’autismo di Valle?

Ebbene, a ventidue anni dalla posa della prima pietra sul suolo di Contrada Serroni, avremmo voluto raccontarvi finalmente della totale ultimazione dei lavori, della cessazione del cantiere e della contestuale definitiva consegna della struttura alla città, verso cui pure sembrava potersi avviare  dalle notizie apprese e  riportate nel nostro sguardo dello scorso sabato. E invece no!

Ecco il fulmine a ciel sereno: una sentenza del Tar di Salerno resa nota nei giorni scorsi certifica come illegittima  l’occupazione del suolo su cui sorge la struttura, 6.567 metri quadri, e ordina a Palazzo di Città “la restituzione dei luoghi procedendo al ripristino dello stato originario dei suoli oggetto di appropriazione illegittima, dunque la demolizione del Centro”.

Un assunto indiscutibile, certo, ma anche un po’ irreale e grottesco vista anche l’ormai imminente cessazione del cantiere, ma tant’è.

Appare superfluo ripercorre per intero le tappe dell’odissea che ha interessato la struttura ma ci pare comunque utile tornare su alcuni punti cardine: stiamo pensando, ad esempio, al concreto e fattivo impegno della Regione Campania e del presidente Vincenzo De Luca con un cospicuo finanziamento dell’opera, perfino dell’interessamento alla vicenda della Santa Sede e di come non siano bastate a dirimere la questione le delibere di giunta di ben tre sindaci e due commissari prefettizi. Ricordiamo ancora che  l’ideazione e la progettazione del centro si deve alla giunta Di Nunno e che proprio il commissario Priolo, con un atto coraggioso alquanto, credette di essere riuscito a sbrogliare l’intricata matassa,  con l’avvio della  procedura se non, ci pare di ricordare, addirittura con la firma dell’atto di esproprio.

Insomma, in questo quadro, emergono ineludibili superficialità o “disattenzioni” politico-amministrative che  negli anni hanno portato ad un impegno di spesa complessivo per la struttura di circa sei milioni di euro. Non va dimenticato neppure l’impegno sempre vivo della  prefettura di Avellino a vigilare su una rapida e positiva risoluzione delle difficoltà emerse e non solo. Non possiamo non aggiungere che il centro è stato giudicato dagli esperti che lo hanno visitato un “gioiello in termini di efficienza e garanzia per il dopo di noi”: cioè la certezza di futuro e di autonomia, per quanto possibile, per i giovani pazienti ospitati.

Per tutto quanto appena affermato e descritto non può finire così!

Buone notizie nel merito, per la verità, giungono proprio dall’amministrazione Festa che si dice pronta ad una immediata trattativa privata con la proprietà dei suoli che porti ad un’azione sanante e che scongiuri così la demolizione. A quanto si apprende, l’impegno di spesa per l’ente di Piazza del Popolo, si aggirerebbe intorno ai sei/settecentomila euro. Staremo a vedere.

Quel che resta è  comunque una macchia, no, anzi una ferita profonda, profondissima che faticherà a rimarginarsi soprattutto  nei cuori e nelle menti dei ragazzi che attendono di poter usufruire del centro e delle loro famiglie, anima e cassa di risonanza delle loro battaglie.

Un  altro segnale verso una rapida  soluzione sembrerebbe arrivare anche dal concreto attivismo del  nostro vescovo che fa sapere di seguire da vicino la vicenda e l’evolversi della situazione. È  un segnale e come tale va colto con l’attenzione che tutti i segnali meritano: anche in questo caso staremo a vedere ma dal momento che quando c’è di mezzo monsignor Aiello le belle sorprese non mancano mai, chissà…

Noi dal nostro canto non possiamo che continuare a seguire gli sviluppi della vicenda, pronti a tornare su queste pagine questa volta però, speriamo, davvero solo  ringraziare per quanto di buono sarà accaduto.

*  *  *

A margine, da oggi l’Irpinia è un po’ più sola, ci ha lasciati l’onorevole Gerardo Bianco: uomo mite, di grande cultura, umanità e fine intellettuale. Tra i custodi del senso più alto è nobile della politica ma capace di intuirne sempre il nuovo, con una  dialettica ed un’eloquenza che incantavano.

Consentirete ora un ricordo personale: ho conosciuto l’onorevole Bianco all’università degli studi di Salerno dove da studente o forse appena laureato, non ricordo, seguivo un seminario di cui era ospite. Alla fine dei lavori, salutandomi mi disse: “mi raccomando non perdere mai la tua profondità d’animo e di pensiero”. Una frase, un invito, un augurio che porterò sempre con me.

 

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