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    03/07/2024

L’occhio sulla città/L’altra faccia della medaglia

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Rubriche-LaLettera_dante_aligh.jpgAVELLINO – Questa settimana vogliamo raccontarvi “l’altra faccia della medaglia”: mentre il nostro Paese è ad oggi attestato in fondo alla classifica per livello di istruzione in ambito tanto nazionale quanto addirittura europeo, e mentre il governo nazionale prova a tagliare, cioè a chiudere 170 scuole in Campania, proprio la regione Campania finanzia la rinascita di un luogo simbolo dell’istruzione avellinese, la nuova Dante Alighieri di via Piave.

Come si ricorderà quello della nuova Dante Alighieri fu un progetto voluto dall’amministrazione Foti con l’assessore ai Lavori pubblici Costantino Preziosi nel 2016 e proseguito dal commissario Priolo che lo traghettò verso la definitiva esecutività, affidando i lavori allo studio di architettura “Rossi-Prodi” di Firenze.

Siamo nel 2023 e dopo sette anni finalmente qualcosa sembra muoversi davvero: dieci imprese hanno risposto al bando di gara, a breve sarà valutata e  scelta la ditta aggiudicataria dell’appalto e immediatamente dopo partirà il cantiere. Tempi previsti per la realizzazione del nuovo campus scolastico circa due anni.

Fonti di Palazzo di Città fanno sapere, inoltre, che a seguire i lavori e l’intero iter procedurale sarà il citato studio Rossi-Prodi di Firenze. A quanto si apprende si procederà all’abbattimento ed alla ricostruzione della scuola, dichiarata inagibile nel 2014 ma non si interverrà sulle aree verdi esterne per le quali, comunque, contestualmente all’apertura del cantiere “si predisporrà un lotto di completamento a verde a valere”.

È importante sottolineare come per il progetto, che consta di un impegno di spesa di  circa diciotto milioni di euro e che per una cospicua parte è finanziato dalla Regione Campania, è prevista  una rimodulazione dell’impegno di spesa proprio da parte dei vertici regionali che, spazientiti ed irritati dalle lungaggini e dal continuo interscambio di documenti, chiarimenti ed incomprensioni con Palazzo di Città, hanno individuato in 16.5 milioni di euro il massimo finanziamento concedibile.

Dalle ceneri del vecchio edificio sorgerà una  moderna struttura in calcestruzzo con basamenti in acciaio riflettente e completamente autonoma dal punto di vista energetico, grazie a particolari pannelli fotovoltaici.

Il progetto è concepito per offrire una superficie di oltre quindicimila metri quadri su tre livelli in grado di ospitare scuola dell’infanzia, elementari e medie, una mensa, una palestra e un moderno e funzionale auditorium aperto anche alla fruizione della cittadinanza e, perché no, dell’intera provincia.

Non mancherà neppure una piazza con grandi spazi verdi attrezzati ed aperti al confronto, all’inclusione ed all’integrazione. Insomma, un vero e proprio campus scolastico all’avanguardia.

Non va dimenticato che il nuovo campus scolastico è anche il frutto di un concorso di idee con protagonisti gli alunni dell’istituto comprensivo Perna-Alighieri dal titolo “La scuola che vorrei”. Come detto, se non ci saranno intoppi di sorta, entro il 2025 la nuova Dante Alighieri vedrà la luce. In noi si troverà l’occhio vigile ad attento di sempre. Non sarà di certo sfuggito a proposito, che il cantiere in oggetto avrebbe dovuto aprirsi entro lo scorso  trentuno dicembre…pena il venir meno proprio dei fondi regionali destinati al progetto, ma tant’è.

Il fatto che questa rubrica, con cadenza pressoché annuale, si trovi a dover o voler posare il suo sguardo sulla rinascita della scuola media Dante Alighieri di via Piave, non è soltanto spronare a veder riportato alla vita un luogo simbolo dell’istruzione avellinese o alla riqualificazione di una zona, di un quartiere della città da tempo in sofferenza, ma anche e soprattutto la nostra convinzione, la nostra consapevolezza che il nuovo campus scolastico possa essere l’abbrivio a veder certificate prossime, nuove competenze in tutte le branche delle scienze e del lavoro in un momento in cui si stilano classifiche sul grado di istruzione dei cittadini in ambito europeo e nazionale ma soprattutto si rischierebbe una così poca avvedutezza da parte del governo.

A parziale giustificazione sui ritardi nell’avvio dei lavori, l’amministrazione continua ad appellarsi ancora e sempre anche alla notoria situazione di sofferenza delle casse comunali ma non vorremmo che tutto questo possa trasformarsi in un alibi da giocare per il sindaco Festa ed essere assolto di fronte alla percezione diffusa di sconvolgente isolamento istituzionale che vive il capoluogo, figlio forse anche di uno squallido provincialismo in cui si consuma astio in un clima di assoluta mancanza di confronto costruttivo e in cui la rappresentanza democratica appare sempre più appaltata alla mediocrità. Al contrario, avviare un dialogo fruttuoso tra istituzioni potrà rappresentare un buon viatico per vincere importanti sfide di rilancio per il futuro della città e forse chissà anche dell’intero Mezzogiorno…Insomma, in un momento come questo, più unità, condivisione, più fatti e meno parole.

 

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