AVELLINO – Era lo scorso maggio e da Palazzo di Città si annunciava trionfalmente la partenza della metropolitana leggera di Avellino. Tutto questo non solo per la ferma volontà del sindaco Festa ma anche e forse soprattutto per ragioni di opportunità: la mancata ultimazione con la messa in esercizio e dunque l’entrata a regime nei tempi dati, infatti, avrebbe comportato il venir meno dei fondi erogati dal ministero dei Trasporti, dalla Regione Campania e dalle istituzioni europee per il finanziamento del progetto, nonché della restituzione da parte di Palazzo di Città dell’intero importo già investito nell’opera.
Noi, in più di un’occasione abbiamo espresso tutte le nostre perplessità sulla reale efficacia di una tale scelta, rimarcando come i “contro” superassero di gran lunga i “pro” (per approfondimenti invitiamo alla rilettura di nostri sguardi sull’argomento). Il tempo ed una serie di criticità ci hanno consegnato “una metropolitana leggera chiusa per mancanza di passeggeri” fino ad oggi, quando apprendiamo che si è deciso di “dirle addirittura addio”, almeno per come fu concepita nei primi anni Duemila: “una filovia 2.0 ricorderà in chiave moderna l’antica, ed unirà il capoluogo con Atripalda e Mercogliano”.
Il progetto che avrebbe dovuto rappresentare “la rivoluzione della mobilità green in città”, infatti, sarà rielaborato e modificato, investendo su una nuova gamma di bus ecologici a basso impatto ambientale, che riproporrà l’itinerario dell’antica filovia e già immaginato per la metropolitana leggera originaria sull’asse Avellino-Mercogliano-Atripalda: a quanto si apprende, inoltre i sindaci dei Comuni interessati avrebbero già approvato l’ampliamento della tratta dei nuovi mezzi, dichiarandosi anche entusiasti della riconversione del progetto.
Dopo una prima breve fase sperimentale, dunque, si procederà ad un nuovo collegamento integrato all’interno dell’area urbana. L’obiettivo sarà quello di interconnettere la stazione ferroviaria e l’autostazione cittadina con la funicolare di Montevergine ed il santuario, nonché, “i poli archeologici colturali delle tre città”. Piazza del Popolo rende noto di aver già appaltato i lavori, finanziati con i fondi del Pnrr per circa sette milioni di euro e, dunque, che il progetto partirà in tempi relativamente brevi. Insomma probabilmente in questo tempo vi abbiamo raccontato l’ennesima storia dal finale già scritto e forse i nostri dubbi e le nostre perplessità erano fondati: “meglio tardi che mai”.
Vorremmo augurarci, inoltre, che per l’acquisto del novo parco automezzi si sia voluto sfruttare l’opportunità offerta da “Industria Italiana Autobus”di Flumeri: sarebbe un ulteriore incentivo di sviluppo e di crescita per quella che punta a restare un’eccellenza irpina e non solo.
Non è tutto, apprendiamo del nuovo investimento della nostra amministrazione comunale per l’acquisto di otto nuovi mezzi di ultimissima generazione a zero impatto ambientale, di cui sei “autobus urbani corti e due pullman suburbani lunghi” per un impegno di spesa di circa cinque milioni di euro. Palazzo di Città rende noto di aver già avviato le procedure di gara d’appalto. I nuovi mezzi, che garantiranno un servizio di supporto ed integrazione non sostitutivo della nuova “ filovia cittadina”, saranno su strada entro il 2024.
Mossi dalla piacevole percezione di essere stati comunque parzialmente ascoltati, non possiamo che augurare buon lavoro, restando in fiduciosa attesa.
Un’annotazione: lo scorso lunedì, in punta di piedi e con quel garbo silenzioso d’altri tempi, ci ha lasciato la signora Olga Roca, vedova Greco.
Decana dei commercianti avellinesi, la signora Olga era sempre lì nel suo bar a regalare un sorriso e a raccontare storie a quelli che ormai da generazioni erano amici più che semplici clienti. Il non poter più incrociare il suo sorriso gentile ed il suo sguardo curioso, da oggi, ci farà sentire un po’ più soli.