AVELLINO – È morto Fausto Maria Sara. Aveva 89 anni. Noto professionista avellinese (appartenente a una famiglia di avvocati, “mestiere” che lui stesso ha esercitato per tantissimi anni) era assai amato dai tifosi del calcio che ricordano la sua presidenza in quella stagione indimenticabile della storia dell’Avellino calcio: il 1980-81. L’Avellino, militante in serie A, fu coinvolta nell’estate del 1980 nello scandalo delle scommesse. Numerosi i giocatori biancoverdi accusati di combine; ma, grazie proprio alle capacità professionali del suo presidente, furono tutti scagionati, tranne Stefano Pellegrini che ebbe una squalifica di ben 5 anni. Di conseguenza, la Caf comminò alla squadra irpina 5 punti di penalizzazione per responsabilità oggettiva.
L’Avellino, quindi, partì con questo grosso svantaggio così che il campionato, per una società che non aveva grandi risorse economiche per acquistare calciatori di grido, si presentava decisamente in salita. A novembre, poi, ci fu il terribile terremoto che scosse non poco i calciatori. I quali, peraltro, furono costretti per un periodo a stare lontani dal loro stadio: il Partenio. Ma, nonostante l’handicap in classifica e il trauma causato dal sisma, l’Avellino riuscì a salvarsi. Fu un autentico miracolo calcistico. Protagonisti di questo risultato insperato i giocatori, l’allenatore (il grande Luis Vinicio), e il presidente Sara che aveva voluto il tecnico brasiliano alla guida dei lupi. Sara fu il presidente della salvezza anche nella stagione 1988-89, quando contribuì in modo determinante alla permanenza dell’Avellino nel calcio che conta. La società - retrocessa in serie B - rischiava, infatti, di essere cancellata dalla scena calcistica.
L’avvocato Sara da alcuni anni si era trasferito a Salerno. Continuava, però, a seguire le vicende della squadra del cuore con grande partecipazione. Il decesso è avvenuto proprio nel capoluogo salernitano.
