AVELLINO – Rimarrà aperta dal 4 al 31 gennaio la mostra che il teatro Carlo Gesualdo di Avellino inaugurerà domani, alle 19.00, in occasione del ventennale della scomparsa di Carlo Alleva (1932-1993), l’artista irpino che fu amico di Alfonso Gatto e Salvatore Quasimodo, di Emilio Notte e Domenico Purificato. Si tratta di una retrospettiva per onorare l’opera del pittore famoso non solo per le sue vedute e i suoi paesaggi in cui è sempre presente la sua terra d’origine, l’Alta Irpinia, lui che era originario di Lacedonia, ma anche per i ritratti, i volti sacri, i nudi di donne.
Decisiva in tal senso la sua frequenza, presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, della Scuola libera di nudo del maestro Domenico Spinosa. Un’esperienza importante e, soprattutto, una tappa fondamentale della sua formazione e della sua adesione al Neofigurativismo, un movimento artistico in polemica con l’astrattismo, il realismo tradizionale e il realismo propagandistico.
“Poche cose ho voluto dire con la mia pittura, sempre le stesse: il bello sta nel reale, il sogno è dentro di noi”: questo, in sintesi, il testamento spirituale che Alleva ha lasciato poco prima di morire e nello spirito del quale domani, in occasione del vernissage della mostra - cui prenderanno parte il presidente dell’Istituzione teatro Luca Cipriano e i critici d’arte Nicola Scontrino e Michele Miscia - verrà presentata al pubblico la monografia “La Musa nel cuore – Carlo Alleva” curata da Raffaele Della Fera.