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    03/07/2024

Anche il vino irpino in missione nella sede del Congresso degli Stati Uniti

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Washinhton, la sede del CampidoglioVERONA – C'era anche Daniela Mastroberardino delle cantine Terradora tra i componenti della delegazione, composta dai maggiori produttori di vini italiani, che,  accompagnata dai vertici di Veronafiere – la maggiore rassegna vinicola del nostro Paese – è stata ricevuta nella sede del Congresso degli Usa, a Washington. All’audizione erano presenti Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, Cristina Mariani-May della Cantina Castello Banfi, Marilisa Allegrini della Cantina Allegrini, Daniela Mastroberardino della Cantina Terredora, Matteo Lunelli, delle Cantine Ferrari, Luca Paschina della  Casa Vinicola Zonin/Barboursville Vineyards e Odila Galer-Noel in rappresentanza del Giv, Gruppo italiano vini.

Ad accogliere gli operatori tricolore i membri della Wine Caucus, la commissione che si occupa dei regolamenti federali che disciplinano il mercato del vino all’interno dei 50 stati americani.

Presentare il mondo del vino italiano e fare il punto sugli scambi commerciali del comparto enologico tra i due Paesi. È stato questo l’obiettivo dell’incontro. Nel 2011, verso gli Stati Uniti sono stati esportati 2,5 milioni di ettolitri di vino made in Italy (+13% sul 2010), per un controvalore di 1 miliardo e 248 milioni di dollari, (+16% sul 2010).

Un contributo, sia pure piccolo, all’ammontare dell’export italiano, lo hanno dati i produttori irpini che esportano verso gli States le tre perle della nostra enologia: il Taurasi, il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino.

Negli Stati Uniti l’industria vinicola ogni anno muove 162 miliardi di dollari, dando lavoro a oltre 1 milione di persone. Numeri che per l’ambasciatore italiano Claudio Bisognero «sono il risultato delle eccellenti relazioni stabilite negli ultimi anni tra il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la Guardia di Finanza e le agenzie Usa responsabili della tutela del consumatore».

Una conferma del valore strategico degli Stati Uniti per le cantine italiane è arrivata anche dal direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «Il mercato statunitense – ha commentato – va costantemente presidiato e sensibilizzato per mantenere e migliorare le performance raggiunte. Per questo Veronafiere attraverso i propri marchi forti quali Vinitaly e il suo World Tour, è presente da molti anni sulle maggiori piazze mondiali con eventi, workshop, educational, incontri btob, btoc e un’intensa attività di tessitura di rapporti politico-istituzionali internazionali a favore del sistema Paese e del comparto enologico in particolare».

Il presidente delle Cantine Ferrari, Matteo Lunelli, invece, ha spiegato la storia di successo italiana come un fenomeno culturale: «Credo – ha detto –  che l’affermazione del vino italiano negli USA sia dovuta al fatto che sono sempre più gli americani apprezzano la storia, la moda, il design e l’enogastronomia del nostro Paese».

 

 

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