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    03/07/2024

Arriveranno ad Avellino i libri di Marotta?

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L'avvocato Gerardo Marotta nella sua bibliotecaAVELLINO – I circa 300 mila volumi della biblioteca dell'Istituto nazionale per gli studi filosofici di Napoli stanno per essere trasferiti in un magazzino di Casoria. Infatti, nonostante sia considerato un'eccellenza nel panorama culturale internazionale, sede di seminari e convegni che hanno visto confrontarsi negli anni i maggiori filosofi contemporanei, l'Istituto conduce una battaglia contro il taglio dei finanziamenti statali dal 2009. Da allora il fondo si è ridotto di anno in anno e oggi l'Istituto, fondato da Gerardo Marotta, non può più pagare i 200 mila euro all’anno di fitti per i 14 appartamenti dove finora ha custodito l’immenso patrimonio librario. Il primo sfratto ha riguardato la sede di via Calascione, per la quale non è stato rinnovato il contratto: sono stati spediti nel capannone di Casoria i primi 50 mila volumi.

Gerardo Marotta ha denunciato lo scempio in atto, sottolineando l’immobilismo delle istituzioni nei confronti di  una «biblioteca che custodisce la memoria del Mezzogiorno». Tra i volumi, considerati dall’Unesco un bene fondamentale dell’umanità ma oggi rinchiusi in anonime scatole di cartone e fuori dalla disponibilità di studenti e ricercatori, ci sono prime edizioni o rarissime pubblicazioni di Benedetto Croce, Gianbattista Vico, Giordano Bruno, eccezionali collezioni di carattere filosofico del XVIII e XIX secolo, edizioni cinquecentesche, secentesche e settecentesche, tra gli altri, di Aristotele, Platone, Cicerone, Tommaso D’Aquino, Voltaire, Rousseau, Beccaria.

Negli anni l'avvocato Marotta ha pagato anche di tasca propria le ingenti spese d'affitto, ora – come ha ricordato egli stesso – non può più sostenere la situazione.

Eppure, la Regione Campania aveva provato a realizzare una biblioteca ad hoc con i volumi dell'Istituto, individuando anche la sede, il palazzo ex Coni di piazza Santa Maria degli Angeli a Napoli, acquistandola pure, per quasi 5 milioni di euro, ma interrompendo il progetto qualche anno fa a causa di una delibera che indicava che la struttura avrebbe dovuto accogliere anche tutte le edizioni e le stampe regionali omaggio delle case editrici. Trasformando una biblioteca dedicata, come previsto in origine, in un insieme piuttosto eterogeneo di pubblicazioni. Prospettiva, quest’ultima, non gradita ai vertici dell’Istituto.

Oggi, mentre il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nicchia offrendo l'Albergo dei poveri come sede (proposta declinata da Marotta, a causa, pare, dell’assoluta mancanza di servizi), oltre a diverse università straniere, molti paesi sarebbero disposti a ricevere e a custodire i preziosi volumi, come la Svizzera, che ha dato immediatamente la propria disponibilità, o addirittura il Giappone.

Nel suo piccolo anche il nostro Comune avrebbe dato una discutibile disponibilità ad accogliere il patrimonio librario di Marotta. Infatti, su proposta del quotidiano on line Orticalab durante il Consiglio comunale del 28 agosto s'è votato e approvato un ordine del giorno, avanzato dal consigliere Dino Preziosi e sottoscritto anche da Francesco Todisco, con il quale l'ente «offre la propria disponibilità a ospitare la biblioteca e mette a disposizione della valutazione dei tecnici di fiducia dell’Istituto il proprio patrimonio immobiliare e si dichiara disponibile a lavorare in sinergia con le altre istituzioni del territorio al fine di mettere a disposizione anche gli immobili di loro competenza».

Qualche valutazione in merito andrebbe fatta. Innanzitutto, sulle possibili strutture che dovrebbero ospitare i volumi: ex-Gil e asilo Patria e Lavoro hanno già le loro destinazioni d’uso e tra l’altro entrambe non hanno metrature sufficienti; la Casina del Principe non ne accoglierebbe nemmeno la metà; Villa Amendola non ne sosterrebbe il peso, come è emerso dopo un sopralluogo dei tecnici del Comune che vagliavano la possibilità di realizzare in quei locali proprio una biblioteca; resterebbe, tra le nostre «scatole vuote», il convento di San Generoso, con la sua suddivisione in stanze di poche decine di metri quadrati, improponibile, dunque, anch’esso. Poi è doveroso ricordare lo stato nel quale versa il patrimonio librario pubblico della città: nelle sedi delle ormai ex biblioteche civiche di borgo Ferrovia e Bellizzi ci sono circa 8 mila libri non più disponibili al pubblico per mancanza di personale. Da alcuni mesi è stata soppressa la sede della biblioteca comunale di Valle, annessa ora a quella del centro sociale «Della Porta»; a San Tommaso in locali fatiscenti sono custoditi altri 4 mila volumi tra l’incuria generale e l’inerzia degli amministratori. E, in tutti i casi, i cataloghi non sono aggiornati da diversi anni, il prestito non è informatizzato, e nessuna delle sedi compare nel catalogo digitale collettivo delle biblioteche nazionali (Sbn). Un’amministrazione così poco attenta a questa realtà riuscirà a gestire un patrimonio di inestimabile valore, qual è quello dell’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli? Certo da Napoli arriverebbe esperienza e professionalità, da Roma qualche  contributo economico, ma il resto spetterebbe al Comune di Avellino.Comunque, Gerardo Marotta è stato ufficialmente invitato in città e ha promesso che visiterà le possibili sedi. Ci auguriamo di sbagliare, ma probabilmente rimarrà deluso.

 

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