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    03/07/2024

Cardiologia all’avanguardia, al Moscati i nuovi stent per le coronarie

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Moscati, sala di emodinamicaAVELLINO – Rappresentano l’ultima frontiera della cardiologia interventistica. Sono gli stent coronarici bioassorbibili che, differenza, di quelli metallici (che restano per sempre nelle coronarie), dopo 18-24 mesi vengono completamente dissolti dall’organismo. Non solo, ma durante la loro permanenza rilasciano dei farmaci antiproloferativi che impediscono la formazione di nuove placche coronariche. In tal modo, all’interno della coronaria, non vi è più né la stenosi né alcun corpo estraneo.  I primi due interventi di angioplastica con l’utilizzo di questi nuovi dispositivi sono stati eseguiti presso il laboratorio di emodinamica e cardiologia interventistica dell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino.

L’Azienda ospedaliera Moscati è la prima struttura pubblica in Campania - e fra le prime in Italia e in Europa - ad aver impiantato stent bioassorbibili, essendo stata scelta dall’azienda produttrice di tali dispositivi (una multinazionale statunitense) come uno dei centri di eccellenza dove avviare l’utilizzo degli stent di ultima generazione. Una équipe di specialisti, coordinati dal dottor Rosario Sauro, responsabile del laboratorio di emodinamica e cardiologia interventistica, e dal dottor Emilio Di Lorenzo, ha fatto ricorso a questa nuova tecnologia, innestando con successo gli stent in due pazienti affetti da coronaropatie.  L’avvio di questa nuova sfida, insieme alle altre già affrontate, dà lustro all’azienda ospedaliera avellinese diretta dal manager Giuseppe Rosato e alla sanità pubblica in genere. I due interventi eseguiti con la nuova metodica sono perfettamente riusciti.

«È importante però precisare – afferma il dottor Sauro – che, al momento, questi stent possono essere impiantati solo in alcune categorie di pazienti, non possono essere ancora utilizzati su larga scala e necessitano di un attento screening per valutare l’appropriatezza dell’intervento. In particolare, questi stent sono stati testati e sono efficaci nei pazienti giovani e con lesioni coronariche critiche ma non complesse e con un’alta probabilità di poter essere sottoposti a nuove procedure».

 

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