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    03/07/2024

È scomparso Domenico Fraternali, l’ingegnere che sognava una nuova Avellino

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Domenico FraternaliAVELLINO – Si è spento, dopo una lunga malattia, alle 21.00 di questa sera, l’ingegnere Domenico Fraternali, per gli amici Mimì, un tecnico e progettista di alto profilo e valore professionale, profondo conoscitore della vicenda urbanistica della città di Avellino, un galantuomo, una persona perbene. Aveva 81 anni.

Negli anni Settanta, sindaco Massimo Preziosi, è stato componente della commissione edilizia insieme con Federico Biondi, Antonio Bellizzi, Antonio Di Nunno, Emanuele D’Elia, Giammichele Aurigemma. Dal 1995 al 1999 è stato assessore all’Urbanistica nella prima giunta Di Nunno.

Molte le idee e i progetti che Mimì Fraternali, con la passione e l’onestà intellettuale che lo contraddistinguevano, propose per il recupero del centro storico di Avellino, delle zone più degradate della città. Notevoli i suoi studi e i suoi contributi per la rivitalizzazione di Corso Vittorio Emanuele, il salotto buono della città, e di quella Piazza Libertà – famoso un suo schizzo sul manifesto di una conferenza urbanistica degli anni Ottanta, quelli del dopo terremoto – su cui proprio domani si discuterà, come da noi annunciato in altra pagina del giornale, in Consiglio comunale nel corso di un dibattito aperto alle voci ed ai contributi di tutti i cittadini.

Fraternali, che era nato in provincia di Agrigento ma appartenente ad una famiglia originaria di Urbino, amava molto Avellino e la sua storia. Su Avellino aveva idee, molte idee che trasferì nei suoi disegni quando, nel dopoguerra, partecipò, giovanissimo, ma già tecnico di valore, al concorso per la redazione del Piano urbanistico della città indetto negli anni Cinquanta dal sindaco Nicoletti classificandosi al secondo posto; Piano urbanistico che la città voleva darsi visto che risultava "scomparso" quello presentato negli anni Trenta da Cesare Valle, una delle firme, insieme con Del Debbio e Piacentini, più autorevoli dell’architettura del periodo fascista. E poi non si possono dimenticare i suoi appassionati contributi al dibattito urbanistico sulla città svoltosi negli ultimi decenni, contributi sempre portati avanti, fino a quando la malattia gliel'ha consentito, con la competenza del tecnico e l’originalità  del progettista. In questo lavoro di osservatore e di studioso dei fatti urbanistici gli è sempre stata vicina l’inseparabile moglie Orsolina, ora custode - insieme con i figli Fernando e Franca - dei disegni, dei quadri, degli schizzi, in una parola di quel patrimonio di idee che appartengono non solo alla storia professionale e culturale di Mimì ma anche a quella della città di Avellino.

 

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