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    03/07/2024

Fa discutere il futuro urbanistico delle piazze di Avellino

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Attualita_trecento60.jpgAVELLINO – Con un incontro sul tema «Le piazze di Avellino. Un’occasione da non perdere», è iniziata questo pomeriggio, martedì 27 marzo, la stagione primaverile dei convegni dell’associazione «Trecentosessanta Irpinia». Al dibattito, che si è tenuto presso la sede dell’associazione, in corso Vittorio Emanuele, hanno partecipato Elvira Matarazzo, presidente dell’associazione, lo scrittore Franco Festa, i professori Nunzio Cignarella, Francesco Barra e Armando Montefusco, il presidente del Consiglio comunale, Antonio Gengaro. Assente per motivi di salute l’ex primo cittadino di Avellino Antonio Di Nunno, che avrebbe dovuto relazionare su piazza Libertà.

«Qualcuno in Consiglio comunale ha definito “quattro pietre” i reperti archeologici dell’area di piazza Duomo e del seminario – ha detto Franco Festa. Ignaro del loro immenso valore storico. Come comitato – ha aggiunto – siamo reduci da una battaglia, sinora inutile, per far diventare memoria collettiva i beni archeologici della città. Non ci fermeremo, perché è in gioco la possibilità di fare della zona del Duomo, ma non solo, anche dell’intero Centro storico di Avellino, un grosso attrattore turistico che sia un potente richiamo verso la città».

Rammarico per il progetto sfumato del «Giardino archeologico»: «Sparito improvvisamente e misteriosamente – ha accusato Festa, protagonista di un vivace scontro dialettico con Maria Fariello della Soprintendenza archeologica di Avellino. E il progetto successivo è stato approvato con un’incredibile ribasso d’asta».

Francesco Barra, professore ordinario presso l’Università di Salerno, dopo aver ripercorso la storia di Piazza Castello ne ha indicato le possibili prospettive: «La sola pedonalizzazione – ha detto –  non servirebbe a nulla. C’è bisogno di un piano urbanistico redatto in relazione a ciò che verrà fuori dagli scavi. La zona del castello è un giacimento storico importantissimo».

Su piazza Libertà, dopo una premessa curata da Armando Montefusco, Antonio Gengaro ha spiegato che «con la riqualificazione non sarà più un’aiuola spartitraffico, come qualcuno in passato l’ha definita, ma vero e proprio centro nevralgico della città. Questa – ha aggiunto – è una grossa opportunità che l’amministrazione dovrà sfruttare al meglio, restituire ai cittadini non una semplice piazza ma la piazza principale».

Durante l’incontro sono stati proiettati alcuni filmati, tratti dal lavoro multimediale «Avellino: Mille anni di storia urbana» a cura di Armando Montefusco, Geppino Del Sorbo e Roberta Giordano. Le immagini hanno introdotto le tre relazioni.

Presenti in sala anche Lello De Stefano, segretario dell’associazione, il sovrintendete ai Beni archeologici, Gennaro Miccio, e il sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso. Quest’ultimo ha chiuso i lavori rimarcando la volontà dell’amministrazione di «migliorare i progetti di riqualificazione già attivi nella zona del centro storico e di concepire quelli nuovi, piazza Libertà per esempio, con pratiche condivise che siano espressione dell’intera comunità». E rispondendo all’accusa di Festa, ha chiarito: «Il giardino archeologico era solo una speranza. Quanto emerso dagli scavi ha poco di archeologico, così come spiegato dalle relazioni della Sovraintendenza. Questo ci ha indotto ad accantonare il progetto».

 

 

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