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    03/07/2024

Pisano, gentiluomo del giornalismo irpino

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Attualita_giuseppe_pisano.jpgAVELLINO – A 14 anni di distanza dalla morte di Peppino Pisano, grande giornalista irpino, un esempio per le nuove generazioni, riproponiamo il testo dell’articolo che il nostro giornale pubblicò alla notizia della sua scomparsa.

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All’alba di sabato 28 marzo si è improvvisamente spenta l’operosa e nobile esistenza di Peppino Pisano, da un quarantennio figura di punta del giornalismo e della cultura in Irpinia. Pur non avendo ancora sessant’anni, Peppino aveva infatti iniziato giovanissimo la sua attività giornalistica collaborando al settimanale Cronache Irpine, fondato nel 1954 da un gruppo di giovani politici ed intellettuali della sinistra democristiana (Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Biagio Agnes, Antonio Aurigemma). Intorno a Cronache si sarebbe poi addensata la corrente della sinistra di Base, da quella con più spiccata vocazione politica (Nicola Mancino, Salverino De Vito, Giuseppe Gargani) a quella più impegnata sul versante culturale, da Aristide Savignano a Gianni Raviele, da Mario Gabriele Giordano e Giuseppe Pisano.

Dopo molteplici esperienze giornalistiche (tra cui quella che lo vide nel 1961 redattore capo responsabile della rivista Cinema Sud di Camillo Marino), Pisano fu per un trentennio redattore de Il Mattino e poi responsabile delle pagine provinciali del quotidiano napoletano, divenendo anche attivo protagonista del giornalismo radiotelevisivo irpino. Attualmente era direttore dell’emittente “Irpinia Tv” e corrispondente dei quotidiani La Repubblica, Gazzetta dello sportLa Stampa.

Oltre all’impegno nel giornalismo, che visse come autentica passione e profonda vocazione, Peppino Pisano fu apprezzato docente, fine poeta e delicato pittore, nonché apprezzato cultore di storia locale. A lui sono infatti dovuti numerosi saggi ed una pregevole storia di Montefredane, il suo amato paese natale (della quale nel 1992 è stata pubblicata la seconda edizione); ultimamente aveva dato una quanto mai qualificata collaborazione alla Storia  illustrata  di Avellino e dell’Irpinia.

Ma su Peppino Pisano giornalista ed uomo di cultura si potrà e si dovrà tornare più approfonditamente in futuro, come egli merita. Vogliamo qui invece sottolineare le impareggiabili doti umane, fatte di spessore culturale, di professionalità ed equilibrio, che tanto lo distinguevano in un giornalismo sempre più “urlato” e meno “pensato”. Cronista sempre efficace e spesso elegantemente ironico, egli fu caratterizzato da una scrittura rigorosamente logica e chiara, spontaneamente colta e raffinata, senza ostentazioni.

Pur avendo idee politiche fortemente radicate, Peppino era però per costume ed abitudine allergico ad ogni forma di faziosità, di tendenziosità e d’intolleranza, che considerava delle offese insopportabili all’intelligenza ed alla professionalità del giornalista di razza qual era. Perciò anche nella polemica sapeva rimanere sempre lucido ed equilibrato, riuscendo a farsi carico anche delle ragioni dell’avversario e stemperando con la garbata e profonda ironia che gli era propria tensioni e contrapposizioni.

La lunga e profonda esperienza di uomini e cose che egli aveva maturato in prima persona sin dagli anni ’50 e la sua stessa attiva partecipazione alla vita politica come segretario provinciale della Dc e consigliere provinciale lo rendevano testimone insostituibile di una fase cruciale della storia dell’Irpinia, della quale avrebbe potuto lasciarci – se il tempo gliel’avesse consentito – preziose ricostruzioni.

Con lui, ultimo “signore” del giornalismo, l’Irpinia perde un autentico maestro di cultura e di vita.

 

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