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    03/07/2024

Ma è così difficile aprire l'ex cinema Eliseo?

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Attualita_eliseo.jpgAVELLINO – Di tanto in tanto l’attenzione dell’opinione pubblica torna a focalizzarsi sul complesso dell’ex Gil anche se, dopo tante promesse ed altrettanti silenzi da parte dell’amministrazione comunale, sta ormai subentrando una sorta di pericolosa rassegnazione. L’ultimo in ordine di tempo a riaccendere i riflettori sulla questione è stato il consigliere comunale Giovanni D’Ercole, ma neppure lui è riuscito ad ottenere una risposta convincente da parte del sindaco, soprattutto in relazione ai ritardi nella consegna dei lavori, che dovevano ormai - secondo le previsioni - essere conclusi da due anni.

Tre sono, al momento, le questioni aperte. La prima sembrerebbe quella di più facile e immediata risoluzione. Ci riferiamo ai vetri rotti, alle serrature divelte e alle altre piccole conseguenze dei continui atti di vandalismi. Ci vuole poco, infatti, anche in termini economici, per porvi rimedio, ma è evidente che se la struttura non viene consegnata al Comune e immediatamente affidata in gestione, la riparazione dei danni diventa una tela di Penelope. Finora, infatti, ad ogni “aggiusto” ha fatto seguito una nuova azione vandalica.

La seconda questione aperta è quella relativa al contenzioso con l’impresa appaltatrice che, secondo alcuni, rivendicherebbe ulteriori 300mila euro per lavori inizialmente non previsti. Di questo però riferiamo con cautela perché nelle rassicurazioni che periodicamente l’assessore al ramo fornisce alla pubblica opinione di un eventuale contenzioso mai si parla.

La terza questione ancora aperta è, infine, quella relativa alla gestione. Anche qui, almeno apparentemente, non dovrebbero esserci problemi, dal momento che il Consiglio comunale ha già dato i propri indirizzi per l’affidamento, indicando l’ipotesi di affidamento in concessione, da perfezionarsi nei modi opportunamente individuati, a titolo gratuito, a cooperative, associazioni, enti, operatori economici che dimostrino capacità gestionale con esperienza nel settore del cinema d’autore, con l’onere di garantire al Comune la gestione dell’archivio storico e della biblioteca “Camillo Marino”, l’esecuzione del programma culturale concordato, la fruizione di spazi destinati al Forum giovanile, alla redazione di Cinema Sud e Quaderni di Cinema Sud.

Per motivi funzionali, il Consiglio comunale ha anche ipotizzato di concedere al gestore gli spazi destinati a punti di ristoro (bar/caffetteria) e la fruizione dell’arena esterna, per l’organizzazione di eventi da concordare di volta in volta con l’Amministrazione comunale.

Ma anche questa soluzione sembra di difficile attuazione. L’eventuale gestore, infatti, dovrà provvedere all’allestimento dell’archivio e della biblioteca, alle attrezzature cinematografiche (schermo e proiettore), all’allestimento del bar interno, all’impianto di illuminazione della piazza. La stessa amministrazione comunale quantifica queste spese di attivazione della struttura in 470mila euro. Poi vi sono i costi di gestione, che, sempre secondo i calcoli del Comune, si aggirerebbero sui 372mila euro all’anno.

Insomma, per il primo anno l’eventuale gestore della struttura dovrebbe sborsare quasi 850mila euro. Gli unici ricavi possibili, per contro, sono quelli derivanti dalla gestione della sala cinematografica (circa 200 posti), sempre a pazzo che venga concessa l’autorizzazione da parte della commissione pubblici spettacoli (autorizzazione niente affatto scontata, soprattutto se, come ora, la cabina di proiezione continuerà ad essere priva di porta tagliafuoco).

Anche i criteri di gestione e le modalità di affidamento, almeno nei termini nei quali si è espresso il Consiglio comunale, sembrano abbastanza aleatori, tanto che su facebook è stata lanciata la proposta (che ha raccolto numerosi consensi e la disponibilità dello stesso presidente del Cda del teatro, Luca Cipriano) di affidare al consiglio di amministrazione del Gesualdo la gestione dell’ex Gil. A conclusione, è fin troppo facile osservare che mentre i medici (troppi forse) discutono, l’ammalato lentamente muore.

 

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